Se ti è piaciuto il mio blog


web

lunedì 20 marzo 2017

Una struggente fiaba nera

HIDDEN – SENZA VIA DI SCAMPO
di The Duffer Brothers
(2015)


I fratelli Duffer, Matt e Ross, sono quelli di Stranger Things. Motivo più che sufficiente per voler vedere a tutti i costi questo film, etichettato come horror, che della Serie Tv più fantastigliosa del 2016 replica atmosfere e magia.
Certo, questo è un prodotto più acerbo, meno riuscito, ma… è comunque bellissimo!
La storia non c’entra nulla con Stranger… Siamo in un bunker, una famiglia di tre persone, mamma Claire (Andrea Riseborough), papà Ray (Alexander Skarsgård), la piccola Zoe (Emily Alyn Lind). E Olive, la bambola. Un nucleo molto coeso, pieno di dolcezza e con la forza dell’immaginazione. Con il desiderio incessante di vivere e di essere felici.
Sappiamo che c’è un pericolo terribile fuori, i Respiranti, che siamo qui da 301 giorni e che se non avessimo trovato rifugio nel bunker saremmo già morti. Ci sono quattro regole da rispettare: non uscire fuori, mantenere il controllo, non aprire la botola, non nominare i Respiranti. E sono soggette ad aumentare. Quando con il periscopio sbirciamo all’esterno vediamo un mondo bruciato, logorato, sporco che ci fa pensare all’Apocalisse.
Il film è costruito benissimo, rivelandoci passato e presente a piccoli pezzi, tenendoci col fiato sospeso quasi con il niente, stregandoci con il mistero di allusioni e linguaggi segreti, facendoci intuire, ma non capire sul serio, la paura e al contempo mantenendo intatto un incanto familiare fatto di fantasia e di complicità… E cominciamo ad amare questo piccolo nucleo di tre persone più Olive, ci immedesimiamo, e temiamo sempre più per loro, patiamo l’isolamento, il terrore, il fatto che le risorse alimentari si assottiglino sempre di più… Fino a che la storia non comincia a dipanarsi.
La seconda parte purtroppo non è altrettanto originale: il colpo di scena è già stato usato troppe volte, non ci sorprende, non ci entusiasma, ma pazienza. La storia è realizzata bene, i personaggi sono tridimensionali e ci suscitano affetto, le atmosfere ineguagliabili, la trama, nonostante tutto, è coinvolgente.
Persino Alexander Skarsgaard è cento volte meglio che in Tarzan: più umano, più speciale.
Certo, come horror è sui generis. Lo splatter è scarso, spaventa, ma è più una tensione emotiva continua che non autentico terrore. Per quel che mi riguarda, assomiglia di più ad una struggente fiaba nera. Non che mi dispiaccia: direi, anzi, che questo è un di più.
L’ultima sequenza, tra parentesi, è inaspettata e mi ha fatto bene all’anima.
Consigliato. 
E non solo per ragioni “filologiche”.

Nessun commento:

Posta un commento