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lunedì 13 marzo 2017

La paura del contagio

CONTAINMENT


Serie Tv adrenalinica che sfrutta il filone dell'epidemia, ma se ne affranca insistendo, più che sui dettagli truci e sul terrore (che, ad ogni modo, sono presenti), sulle implicazioni sociali e sulla psicologia dei personaggi.
Un'opera incalzante, ben realizzata, con discrete soluzioni registiche, ma che non dimentica il lato umano... tanto più che, come sempre in questi casi, il vero pericolo sono le persone: quelle che cercano di aiutare come coloro che si approfittano della situazione.
E' facile, quindi, lasciarsi coinvolgere: la serie, di soli tredici episodi, conquista da subito, così la situazione – dall'approccio realistico e pseudoscientifico – e i personaggi, un po' per carisma, un po' per solidarietà... La paura del contagio, poi, si palpa anche standosene comodamente sul divano di casa propria, laddove la miopia strategica di certe scelte (dal giornalista che semina il panico in nome della verità alle carenze del capo delle operazioni) mi ha indotta, invece, a “litigare con la Tv”, in stile cinema d'altri tempi, nel senso che, tra le ghignate e i sorrisini del Mio Perfido Marito, io non riuscivo proprio a trattenermi dall'apostrofare, insultare, ammonire a gran voce i personaggi...
La storia è già sentita (come dicevo, il filone è quello dell'epidemia: nella fattispecie un virus creato in laboratorio dall'elevatissma mortalità porta, per arginare il contagio, a dividere ed isolare metà della città di Atlanta, decretando il destino di chi è fuori, ma soprattutto dentro, il cordone, con i suoi vari effetti collaterali – violenze, accaparramenti, brutalità) e se al posto della malattia ci fossero gli zombie cambierebbe poco, ma è così piena di potenzialità e sottotrame da garantire emozioni forti ed un intreccio appassionante.
Inoltre, un grandissimo pregio: si va al punto! Ossia non si cerca di annacquare un racconto con poca sostanza, allungando il brodo all'infinito (in stile, per intenderci, “The Walking Dead” serie Tv) al contrario: ogni puntata straripa di eventi ed è sfrondata di ridondanze. E ciò benché non si rinunci, come dicevo, a narrare in primis di individui, gruppi sociali e comunità... mescolando abilmente liete fini, drammi e tragedie (ma sempre con un bagliore di luce). Semplicemente la storia è costruita bene, senza eccessi e senza esitazioni, impattando il più possibile, sfruttando il colpo di scena, e avendo ben chiaro fin da subito, sia per quanto riguarda la trama, sia in ordine all'evoluzione dei rapporti fra i personaggi, dove andare a parare.
Puro intrattenimento!

P.S.
Dotato di conclusione...

2 commenti:

  1. Sono d'accordo con te: nel complesso, è stata una serie molto piacevole da seguire, dotata di una sua conclusione e di personaggi abbastanza "simpatici" e umani! :)

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