LA
FUTURA REGINA
di Philippa Gregory
Sono
tornata a calarmi nella Storia inglese, ed in particolare nella saga
dedicata alla “Guerra dei Cugini” e quindi alla Guerra delle due
Rose (rimando al post del 24 marzo 2014 per maggiori dettagli), con
questo romanzo, che si svolge parzialmente in parallelo con quello
già recensito dedicato ad Elisabetta Woodville, “La regina della
Rosa Bianca”.
Questa
volta la protagonista è Anna Neville, figlia di Richard Warwick, il
creatore di re, colui che ha messo sul trono Edoardo IV Plantageneto,
spodestando Enrico IV. E poi si è pentito, alleandosi con Giorgio di
Clarence, fratello del re, dandogli in sposa la primogenita Isabella
con l'intento di metterla sul trono, attaccando così l'antico
pupillo. Quindi, dopo una prima, cocente sconfitta, ha atteso il
momento propizio per allearsi con la vecchia nemica moglie di Enrico
IV, Margherita d'Angiò, e dare la sua secondogenita, Anna, in moglie
al figlio di lei (un altro Edoardo).
E
quando di nuovo Warwick incontrerà la sconfitta, venendo questa
volta ucciso, Anna, ancora una bambina e già vedova (pure il
principe Edoardo troverà la morte, si dice sul campo di battaglia),
rimarrà con un unico amico, il fedele Riccardo, il fratello minore
del re Edoardo IV Plantageneto, quello da lui più amato...
Come
dicevo la trama e il periodo storico sono suppergiù gli stessi de
“La regina della Rosa Bianca”, ma il punto di vista è diverso, e
molto cambia, non solo la prospettiva. Si aggiungono particolari, si
scoprono realtà taciute, gli elementi si incastrano con il romanzo
precedente e la realtà risulta impreziosita, più complessa, più
densa, stratificata.
Il
personaggio di Anna all'inizio ci piace (seppur non quanto Elisabetta
Woodville), ma gradualmente diviene più dura, ingiusta ed avida, e
nonostante sotto certi aspetti ci susciti compassione, cominciamo a
detestarla. Ugualmente troviamo Anna stimolante, mentre il romanzo,
per quanto mi riguarda, risulta più interessante e vivace del
precedente: ci sono più accadimenti, narrati con maggior verve, più
movimento, meno ossessione e più paura. La scena del parto di
Isabella sulla nave, ad esempio, è degna di un film dell'orrore. E
tanti dei riferimenti alla magia di Elisabetta e sua madre fanno
venire i brividi lungo la schiena.
Torna
la tematica delle pedine sulla scacchiera, solo che Anna non ha alcun
potere cui ricorrere, né tanto meno una mamma dotata e affettuosa
cui rivolgersi. No, Anna ha solo se stessa.
Appassionante,
poi, il rapporto fra le due sorelle, Anna e Isabella: schiacciato
dall'ambizione (non sempre loro), il potere (di altri) e la gelosia,
ma non privo di tenerezza, di affetto, di reciproca solidarietà,
mentre intenso e traboccante d'amore è il ritratto di Riccardo.
Tra
complotti ed assassini, prigionia forzata, dubbi, fughe, e menzogne,
Anna finisce col prendere in mano il suo destino, senza però mai
arrivare davvero alla felicità.
Ora,
per completare il quadro, non mi resta che iniziare “La regina
della Rosa Rossa”, su Margaret Beaufort (con tutto che l'opera è
costituita altresì da un prima e un dopo, con “la signora dei
fiumi”, incentrato su Jacquetta Woodville, madre di Elisabetta, e
“Una principessa per due re”, che invece riguarda sua figlia,
Elisabetta anche lei...).
Buen blog. Saludos :)
RispondiEliminaGracias!!! Besos! :)!!!
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