I
RE DEL MONDO
di Don Winslow
Prequel
narrativo di “Le belve”, splendido e fulminante, forse ancora
migliore del primo (sicuramente più gioioso), che poi è il secondo.
Scritto ugualmente bene, suppergiù con il medesimo straordinario
stile a flash, a punti, a definizioni, ma ... Ma andiamo con ordine:
ho voluto leggere questo romanzo più che altro per affetto, per
ritrovare dei vecchi amici, Ben, Chon e O, i protagonisti, più
giovani e pazzeschi. Tuttavia ho trovato anche:
- una storia rutilante e rapida, piena di intrecci e di emozioni;
- le radici dei personaggi, di quelli che mi aspettavo e di quelli che non avevo previsto, in un senso duplice, strabiliante e ben costruito;
- nuova adrenalina sparata a mille, direttamente in vena (anzi, fumata);
- nuovi personaggi (o no?);
- un montaggio efficace e diversi colpi di scena;
- droga, affari, ambizioni, poesia (in un certo senso), svolte, sogni, anni '60...
Si
comprende che significa che certe cose si ereditano, mentre il
confronto con i propri genitori ha più spine e garbugli del normale;
si capisce come si è arrivati lì, ne “Le belve”, e si resta
stupiti per come prima le cose fossero le stesse per quanto in fieri,
ed al contempo totalmente diverse; per come fossero differenti loro,
i nostri eroi (e collaterali), seppur uguali a se stessi. Coerenti,
fedeli. Amici. E nemici.
Si
colgono tanti dettagli del passato dei protagonisti, che sono logici
e naturali, ma che a volte ci scuotono come un pugno sul grugno,
specie riguardo a Paqu, la madre di O, Passive-Aggressive Queen of
Universe.
E
non mancano neppure dei mini camei: Bobby Z e Frankie Machine (non ho
ancora letto i romanzi di riferimento “Vita e morte di Bobby Z” e
“L'inverno di Frankie Machine”, ma senz'altro provvederò
presto).
E
quindi, di che si parla?
Di
tre ragazzi, una lei e due lui, che sono uno la famiglia degli altri,
che mettono su (i due lui) una coltivazione di marjuana idroponica da
leccarsi le dita, dei pericoli che affrontano, delle ruote che devono
ungere e dei meccanismi che si innescano. Che affondano le loro
radici prima della loro nascita. Di cose che ritornano, del presente
e del passato. Di omicidi e cartelli della droga.
Soddisfatta
e contentissima. Anche se... non importa se cronologicamente si
colloca prima: per amare completamente questo romanzo, consiglio di
cominciare con “Le belve”. Certe cose, è meglio posporle... Per
cogliere tutto e perché alla fine resti una bella sensazione sul
palato.
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