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mercoledì 3 settembre 2014

Splendido e fulminante


I RE DEL MONDO
di Don Winslow



Prequel narrativo di “Le belve”, splendido e fulminante, forse ancora migliore del primo (sicuramente più gioioso), che poi è il secondo. Scritto ugualmente bene, suppergiù con il medesimo straordinario stile a flash, a punti, a definizioni, ma ... Ma andiamo con ordine: ho voluto leggere questo romanzo più che altro per affetto, per ritrovare dei vecchi amici, Ben, Chon e O, i protagonisti, più giovani e pazzeschi. Tuttavia ho trovato anche:
      1. una storia rutilante e rapida, piena di intrecci e di emozioni;
      1. le radici dei personaggi, di quelli che mi aspettavo e di quelli che non avevo previsto, in un senso duplice, strabiliante e ben costruito;
      1. nuova adrenalina sparata a mille, direttamente in vena (anzi, fumata);

      1. nuovi personaggi (o no?);

      1. un montaggio efficace e diversi colpi di scena;


      1. droga, affari, ambizioni, poesia (in un certo senso), svolte, sogni, anni '60...
Si comprende che significa che certe cose si ereditano, mentre il confronto con i propri genitori ha più spine e garbugli del normale; si capisce come si è arrivati lì, ne “Le belve”, e si resta stupiti per come prima le cose fossero le stesse per quanto in fieri, ed al contempo totalmente diverse; per come fossero differenti loro, i nostri eroi (e collaterali), seppur uguali a se stessi. Coerenti, fedeli. Amici. E nemici.
Si colgono tanti dettagli del passato dei protagonisti, che sono logici e naturali, ma che a volte ci scuotono come un pugno sul grugno, specie riguardo a Paqu, la madre di O, Passive-Aggressive Queen of Universe.
E non mancano neppure dei mini camei: Bobby Z e Frankie Machine (non ho ancora letto i romanzi di riferimento “Vita e morte di Bobby Z” e “L'inverno di Frankie Machine”, ma senz'altro provvederò presto).
E quindi, di che si parla?
Di tre ragazzi, una lei e due lui, che sono uno la famiglia degli altri, che mettono su (i due lui) una coltivazione di marjuana idroponica da leccarsi le dita, dei pericoli che affrontano, delle ruote che devono ungere e dei meccanismi che si innescano. Che affondano le loro radici prima della loro nascita. Di cose che ritornano, del presente e del passato. Di omicidi e cartelli della droga.
Soddisfatta e contentissima. Anche se... non importa se cronologicamente si colloca prima: per amare completamente questo romanzo, consiglio di cominciare con “Le belve”. Certe cose, è meglio posporle... Per cogliere tutto e perché alla fine resti una bella sensazione sul palato.

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