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martedì 23 settembre 2014

Tremendamente casto


LOLITA
di Vladimir Nabokov
 
 
Humbert, Humbert... Questo mi sovviene con un sorriso se penso a Lolita... E sorrido anche se penso ai presunti contenuti scabrosi, e allo scandalo che all'epoca della sua pubblicazione (1954) ha suscitato il romanzo, determinato dalla circostanza che il quarantenne Humbert Humbert, il protagonista appunto, si invaghisce di Lolita (al secolo Dolores), un'ardita e precoce dodicenne, malefica ninfetta, di cui diviene fortuitamente il patrigno...

La situazione, in effetti, è piuttosto stuzzicante, ma chi si aspetta chissà quale contenuto erotico rimarrà inevitabilmente deluso, perché, al di là delle suggestioni e dell'atmosfera piccante, il romanzo è tremendamente casto, almeno per i tempi attuali e, di fatto, a livello sessuale, non succede pressoché nulla (per i tempi attuali).
 
(caricatura di Vladimir Vladimirovič Nabokov)

Ciò non significa che l'opera sia una delusione a livello letterario, anzi: è scritta divinamente, dal punto di vista del protagonista, la cui psicologia è approfondita ad arte, ci affascina e seduce, in modo fine, elegante, colto e splendidamente amorale, e ci cala con maestria nell'ossessione del povero Humbert.

Perché, pedofilia o no, malato e pericoloso o no, orribile e riprovevole o no, ci sembra lui la vittima, alla fin fine: Lolita sarà pure una bambina “innocente”, ma io di bambine così non ne ho mai conosciute (questo non significa che non ce ne siano)!

Oppure è Humbert a vederla così? Mentre le ruba l'infanzia? E le nostre percezioni, filtrate attraverso le sue, sono svianti?

Il dubbio mi resta, anche perché quando avevo letto questo romanzo avevo sedici anni, quattro in più della protagonista, e lei mi sembrava assai più smaliziata di me... Insomma, potrei non aver colto tutto, ma di certo la mia sensazione principale era stata di profonda pena nei confronti di Humbert...

Ad ogni modo, credo sia stata proprio la capacità di soffiare continuamente sul fuoco senza mai scatenare l'incendio a rendere Lolita un capolavoro: niente sconcezze, niente volgarità, solo una spruzzata di perversione soft e uno stile fatto di palpitazioni e sussulti, dalla bellezza retrò, lirica e sofisticata, vibrante ed estatica.

...Che finirà col portare all'omicidio.

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