LOLITA
di Vladimir Nabokov
Humbert,
Humbert... Questo mi sovviene con un sorriso se penso a Lolita... E
sorrido anche se penso ai presunti contenuti scabrosi, e allo
scandalo che all'epoca della sua pubblicazione (1954) ha suscitato il
romanzo, determinato dalla circostanza che il quarantenne Humbert
Humbert, il protagonista appunto, si invaghisce di Lolita (al secolo
Dolores), un'ardita e precoce dodicenne, malefica ninfetta, di cui
diviene fortuitamente il patrigno...
La
situazione, in effetti, è piuttosto stuzzicante, ma chi si aspetta
chissà quale contenuto erotico rimarrà inevitabilmente deluso,
perché, al di là delle suggestioni e dell'atmosfera piccante, il
romanzo è tremendamente casto, almeno per i tempi attuali e, di
fatto, a livello sessuale, non succede pressoché nulla (per i tempi
attuali).
(caricatura di Vladimir Vladimirovič Nabokov)
Ciò
non significa che l'opera sia una delusione a livello letterario,
anzi: è scritta divinamente, dal punto di vista del protagonista, la
cui psicologia è approfondita ad arte, ci affascina e seduce, in
modo fine, elegante, colto e splendidamente amorale, e ci cala con
maestria nell'ossessione del povero Humbert.
Perché,
pedofilia o no, malato e pericoloso o no, orribile e riprovevole o
no, ci sembra lui la vittima, alla fin fine: Lolita sarà pure una
bambina “innocente”, ma io di bambine così non ne ho mai
conosciute (questo non significa che non ce ne siano)!
Oppure
è Humbert a vederla così? Mentre le ruba l'infanzia? E le nostre
percezioni, filtrate attraverso le sue, sono svianti?
Il
dubbio mi resta, anche perché quando avevo letto questo romanzo
avevo sedici anni, quattro in più della protagonista, e lei mi
sembrava assai più smaliziata di me... Insomma, potrei non aver
colto tutto, ma di certo la mia sensazione principale era stata di
profonda pena nei confronti di Humbert...
Ad
ogni modo, credo sia stata proprio la capacità di soffiare
continuamente sul fuoco senza mai scatenare l'incendio a rendere
Lolita un capolavoro: niente sconcezze, niente volgarità, solo una
spruzzata di perversione soft e uno stile fatto di palpitazioni e
sussulti, dalla bellezza retrò, lirica e sofisticata, vibrante ed
estatica.
...Che
finirà col portare all'omicidio.
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