Se ti è piaciuto il mio blog


web

martedì 9 settembre 2014

Questi omettini


BRAVI BAMBINI
di Tom Perrotta
 
 
Siamo in un quartierino per bene dell'America di provincia e facciamo la conoscenza di un bel po' di famiglie disfunzionali, e che già promettevano di rivelarsi tali se le scrutiamo fino a scandagliarne il passato: matrimoni nati come ultima spiaggia o per togliersi da situazioni trite, amore poco, calcolo troppo.

Conosciamo Richard lo sniffa-mutande, maniaco del porno in rete, e sua moglie Sarah, la quale non ne può più di badare alla capricciosa figlia di tre anni, si annoia a morte, trova le altre madri stupide e stereotipate (non che abbia torto), e vorrebbe più tempo per sé. Kathy, invece, stressa il marito Todd, ex bello del liceo, ex campione di football, ex sciupa-femmine, che non riesce a passare l'esame da avvocato o ad assumenrsi delle vere responsabilità, e che lei mantenere mentre lui finge di studiare e intanto bada al bimbo che hanno in comune, Aaron; incontriamo quel sociopatico di Larry, ex poliziotto, che si è eretto a vigilante di quartiere e nel mentre manda all'aria il suo matrimonio, e poi quella insopportabile Mary Ann, che non fa che ossessionare il figlio circa la sua ammissione ad Harvard, solo che il ragazzo ha... quattro anni. E poi, in mezzo a questo mare di sterco patinato di perfezione, c'è lui, più patetico che pericoloso, McGorvey, pedofilo esibizionista e forse l'assassino di una bambina, con la sua vecchia stanca madre che sconvolge gli equilibri del quartiere...

Noi li osserviamo, questi omettini, dall'alto della nostra non-superiorità, e analizziamo i meccanismi che si innescano, quando li poniamo in rapporto fra loro, pronti a detonare... In aggressioni in Chiesa, amori clandestini, confessioni shock, fughe inaspettate, e un tremendo senso di saturazione che investe il lettore, invitandolo a riflettere in primis sulla sua vita.

Ciò non significa che il romanzo sia brutto, o morboso, o pessimistico per forza. Significa che è onesto, graffiante, chirurgico, e che denota una stupefacente penetrazione psicologica mentre si dedica a studiare con attenzione e neutralità quei buffi animali che sono gli uomini, nelle prigioni dorate che essi stessi sono soliti costruirsi... Gli intrecci sono ottimi, semplici da seguire, i personaggi realistici e ben definiti, gli sviluppi coerenti, ma non scontati.

In un certo senso, l'impressione è che l'opera si scriva da sé, che i personaggi decidano da soli del loro destino, ma gli ammiccamenti a “Madame Bovary”, il capolavoro di Flaubert, e la gustosa reinterpretazione che ne dà Sarah al Club della Lettura, secondo cui la povera Emma cerca solo di fare quello che può per combattere la situazione soffocante e senza uscita in cui si trova, ribellandosi nel solo modo che le viene in mente (ossia tradendo il marito e passando da un uomo all'altro), ci dimostra che non è così, e ci indica quale potrebbe essere l'ermeneutica di “Bravi Bambini”.

Perché questo sono, alla fine, i protagonisti del romanzo: infanticelli mai cresciuti, che non è giusto giudicare troppo severamente.

Nessun commento:

Posta un commento