BRAVI
BAMBINI
di Tom Perrotta
Siamo
in un quartierino per bene dell'America di provincia e facciamo la
conoscenza di un bel po' di famiglie disfunzionali, e che già
promettevano di rivelarsi tali se le scrutiamo fino a scandagliarne
il passato: matrimoni nati come ultima spiaggia o per togliersi da
situazioni trite, amore poco, calcolo troppo.
Conosciamo
Richard lo sniffa-mutande, maniaco del porno in rete, e sua moglie
Sarah, la quale non ne può più di badare alla capricciosa figlia di
tre anni, si annoia a morte, trova le altre madri stupide e
stereotipate (non che abbia torto), e vorrebbe più tempo per sé.
Kathy, invece, stressa il marito Todd, ex bello del liceo, ex
campione di football, ex sciupa-femmine, che non riesce a passare
l'esame da avvocato o ad assumenrsi delle vere responsabilità, e che
lei mantenere mentre lui finge di studiare e intanto bada al bimbo
che hanno in comune, Aaron; incontriamo quel sociopatico di Larry, ex
poliziotto, che si è eretto a vigilante di quartiere e nel mentre
manda all'aria il suo matrimonio, e poi quella insopportabile Mary
Ann, che non fa che ossessionare il figlio circa la sua ammissione ad
Harvard, solo che il ragazzo ha... quattro anni. E poi, in mezzo a
questo mare di sterco patinato di perfezione, c'è lui, più patetico
che pericoloso, McGorvey, pedofilo esibizionista e forse l'assassino
di una bambina, con la sua vecchia stanca madre che sconvolge gli
equilibri del quartiere...
Noi
li osserviamo, questi omettini, dall'alto della nostra
non-superiorità, e analizziamo i meccanismi che si innescano, quando
li poniamo in rapporto fra loro, pronti a detonare... In aggressioni
in Chiesa, amori clandestini, confessioni shock, fughe inaspettate, e
un tremendo senso di saturazione che investe il lettore, invitandolo
a riflettere in primis sulla sua vita.
Ciò
non significa che il romanzo sia brutto, o morboso, o pessimistico
per forza. Significa che è onesto, graffiante, chirurgico, e che
denota una stupefacente penetrazione psicologica mentre si dedica a
studiare con attenzione e neutralità quei buffi animali che sono gli
uomini, nelle prigioni dorate che essi stessi sono soliti
costruirsi... Gli intrecci sono ottimi, semplici da seguire, i
personaggi realistici e ben definiti, gli sviluppi coerenti, ma non
scontati.
In
un certo senso, l'impressione è che l'opera si scriva da sé, che i
personaggi decidano da soli del loro destino, ma gli ammiccamenti a
“Madame Bovary”, il capolavoro di Flaubert, e la gustosa
reinterpretazione che ne dà Sarah al Club della Lettura, secondo
cui la povera Emma cerca solo di fare quello che può per combattere
la situazione soffocante e senza uscita in cui si trova, ribellandosi
nel solo modo che le viene in mente (ossia tradendo il marito e
passando da un uomo all'altro), ci dimostra che non è così, e ci
indica quale potrebbe essere l'ermeneutica di “Bravi Bambini”.
Perché
questo sono, alla fine, i protagonisti del romanzo: infanticelli mai
cresciuti, che non è giusto giudicare troppo severamente.
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