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GIORNI DOPO
di Danny Boyle
(2002)
Senza
dubbio, uno dei miei horror preferiti, uno dei pochi che amo vedere e
rivedere, e che sempre riescono a terrorizzarmi, ma anche (inconsueto
per un horror) emozionarmi e farmi riflettere!
Ci
sono gli zombie, ma non i placidi morti viventi romeriani, questi
sono rapidi, fortissimi e pieni di rabbia (letteralmente, nel senso
della malattia: sono stati, infatti, creati in laboratorio, frutto di
un esperimento finito male, elaborando un virus che, se non ricordo
male, ha a che fare proprio con la rabbia), e poi c'è un ragazzo,
Jim (il bel Cillian Murphy), che finisce in coma andando in
bicicletta e si risveglia in una Londra allo sfascio (un po' come
capita a Milla Jovovich/Alice in Resident Evil 2; Rick di “The
Walking Dead”, invece, è venuto dopo – beh, anche Resident Evil
2, ma la Milla si ritrovava in ospedale già alla fine del primo
film), in apparenza vuota (e forse fa più paura così che
infestata), ma in realtà, fin troppo brulicante... solo, non di
vita.
Di
questo film ho amato quasi tutto: i personaggi, l'azione,
l'adrenalina, lo splatter, la paura (tanta), le peripezie dei
protagonisti, la reinterpretazione zombesca, ma anche il ritmo, la
colonna sonora, la (angosciante) rappresentazione dei militari, ma
soprattutto il senso di speranza che ci pervade alla fine...
Certo,
se poi si guardano i seguiti, pure questa è destinata ad
abbandonarci, ma, anche se il secondo film, in particolare, non è
malaccio, il primo resta il più bello. E l'unico che io voglia
davvero ricordare.
E'
raro che in un horror non bramiamo la morte dei protagonisti, qui,
invece, ci affezioniamo e non solo a loro, ma anche a ciò che
rappresentano, a quel senso di gruppo, di famiglia, che riescono a
comunicarci anche in mezzo alla morte, al sangue, alla perdita del
nostro passato e dei nostri legami (è triste e terribile scoprire
che i nostri genitori, i nostri amici non ci sono più... che non c'è
più nessuno di quelli che conoscevamo).
Personalmente
ho adorato Jim/Cillian Murphy, così dolce e sensibile, ma anche
pieno di insospettate risorse, ma mi sono piaciuti anche tutti gli
altri, e sono rimasta incantata dalla perfezione dei lineamenti di
Naomie Harris (una delle attrici più belle che abbia mai visto).
A
parte ciò, e a parte l'intrattenimento, vengono toccati anche
importanti problemi di natura sociale, ad esempio ci poniamo
interrogativi sulla natura umana, sulla sua propensione (naturale o
indotta?) alla violenza... e sul perché spesso e gratuitamente la
corteggiamo (perché diavolo nell'incipit vengono mostrate scene di
violenza alle scimmie-cavie?), per tacere, appunto, di come si siano
ridotti i militari, che noi ci illudevamo essere la nostra ancora di
salvezza, e che invece sono peggio degli zombi, perché, in teoria,
non sono malati...
Insomma,
un horror terrorizzante, un buon film d'azione, ma anche una
pellicola che ha qualcosa da dire....
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