OTTA AWARDS 2019
ROMANZI
Nel 2019 ho letto 125 libri (e ne ho una trentina abbondante in lettura), spaziando un po' tra tutti i generi, inclusi teatro, saggi e poesie.
Cominciamo, dunque, con i romanzi (di alcuni, quelli in grassetto, se vi impegnate trovate la recensione sul Blog...):
Tra i classici, vincitore indiscusso per me è stato “Chiedi alla polvere” di John Fante. Amato, amato, amato. E odiato, anche. Ma soprattutto amato.
In quanto alla Letteratura di Genere: il migliore è stato sicuramente “Abbiamo sempre vissuto nel castello” di Shirley Jackson, seguito a ruota da “L'istituto”, di Stephen King, che purtroppo si perde un po' nel finale.
Per la sezione narrativa, invece, la selezione è dura. Direi: 1) “Qualcuno con cui correre”, di David Grossman, e 2) “La Porta” di Magda Szabò... (entrambi scritti divinamente) 3) “Accabadora” di Michela Murgia, e 4) “L'Arminuta” di Donatella Di Pietrantonio, per la trama, i personaggi e per forza espressiva; 5) “Wonder” di R. J. Palacio per le emozioni; 6) “Vincoli” di Kent Haruf, per l'incanto rurale, che è tutto fuor che incanto; 7) “Le Braci” di Sandor Marai, per l'equilibrio architettonico e il frasario; 8)“Tony e Susan” di Austin Wright, che vince altresì il Premio Colica Renale; 9) “Quello che rimane” di Paula Fox e 10) “Rumore Bianco” di Don DeLillo.
Tra le Saghe: azzardo “La Famiglia Aubrey” di Rebecca West, dalla prosa magnetica, e “L'Attraversaspecchi” di Christelle Dabos, anche se sono ancora al secondo volume di entrambe, e benché “Nevernight”, di Jay Kristoff, prometta davvero molto bene (ma sono ancora a pagina 100).
Infine, tra i non male, ma complessivamente sopravvalutati, menziono: “Le sette morti di Evelyn Hardcastle” di Stuart Turton, “Fedeltà” di Marco Missiroli, e “Eleanor Oliphant sta benissimo” di Gail Honeyman, che tra i tre è senz'altro il peggiore e il più insulso.
A domani con poesia e teatro!


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