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mercoledì 24 dicembre 2014

Feroce e lirico


MERIDIANO DI SANGUE
di Cormac McCarthy
 

Può un romanzo essere feroce e lirico ad un tempo?

Se è di McCarthy sì.

E l'efferatezza è tremenda quando ci viene mostrata, ma ancora più atroce quando ci viene suggerita (il velo da sposa insanguinato), e la poesia, nella sua delirante bellezza, quella dei paesaggi, quella delle parole, lucide e levigate, splendide ed esatte, non fa che amplificarla, fino a renderla struggente, oltre che brutale.

Siamo nell'West, nel 1850, al confine tra Stati Uniti e Messico. Seguiamo le gesta di un manipolo di cacciatori di scalpi, rapaci e senza morale, guidati dal terribile Glanton e dall'osceno e carismatico Giudice Holden (un personaggio davvero notevole)... La violenza regna sovrana e domina su tutto, prosciugando persino le lacrime, lasciandoti esanime e senza fiato, tra la polvere e l'urina, fino ad anestetizzarti, quasi.

Eppure, eppure...

Eppure non è l'orrore la dimensione primaria di questo romanzo, ma la letterarietà, la purezza dello stile dell'autore, che, benché le scene si susseguano lente, avvolte da una ricercata pesantezza, e da divagazioni filosofiche, ti catalizza stordendoti con lampi di luce e scariche elettriche, fino a dar luogo ad una sorta di nuova epica, malata e psicotica, in linea con i tempi, senza eroi e senza dei, che, come tutta l'epica, è anche un poco ripetitiva.

Non un romanzo di intrattenimento, dunque, ma rara letteratura, in cui le domande sono più delle risposte, e in cui, in sostanza, ci viene presentato un paradigma, o lo sviluppo di un teorema... le cui conclusioni, però, dobbiamo trarre noi.

Grandioso, indelebile, vivido e allucinante.

Nonostante ci siano molti elementi ricorrenti nella sua opera, una delle caratteristiche di McCarthy che preferisco è la sua capacità di rinnovarsi, di essere sempre lui e sempre diverso. Non sono tanti gli scrittori che ci riescono: la maggior parte si limita a replicare se stessa. McCarthy, invece, traspone su carta la realtà nella sua interpretazione, una realtà cruenta ed eccessiva, oppure metafisica o grottesca, o ogni cosa insieme, ma sempre da un'angolazione originale e differente.

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