MERIDIANO
DI SANGUE
di Cormac McCarthy
Può un romanzo essere feroce e lirico ad un tempo?
Se
è di McCarthy sì.
E
l'efferatezza è tremenda quando ci viene mostrata, ma ancora più
atroce quando ci viene suggerita (il velo da sposa insanguinato), e
la poesia, nella sua delirante bellezza, quella dei paesaggi, quella
delle parole, lucide e levigate, splendide ed esatte, non fa che
amplificarla, fino a renderla struggente, oltre che brutale.
Siamo
nell'West, nel 1850, al confine tra Stati Uniti e Messico. Seguiamo
le gesta di un manipolo di cacciatori di scalpi, rapaci e senza
morale, guidati dal terribile Glanton e dall'osceno e carismatico
Giudice Holden (un personaggio davvero notevole)... La violenza regna
sovrana e domina su tutto, prosciugando persino le lacrime,
lasciandoti esanime e senza fiato, tra la polvere e l'urina, fino ad
anestetizzarti, quasi.
Eppure,
eppure...
Eppure
non è l'orrore la dimensione primaria di questo romanzo, ma la
letterarietà, la purezza dello stile dell'autore, che, benché le
scene si susseguano lente, avvolte da una ricercata pesantezza, e da
divagazioni filosofiche, ti catalizza stordendoti con lampi di luce e
scariche elettriche, fino a dar luogo ad una sorta di nuova epica,
malata e psicotica, in linea con i tempi, senza eroi e senza dei,
che, come tutta l'epica, è anche un poco ripetitiva.
Non
un romanzo di intrattenimento, dunque, ma rara letteratura, in cui le
domande sono più delle risposte, e in cui, in sostanza, ci viene
presentato un paradigma, o lo sviluppo di un teorema... le cui
conclusioni, però, dobbiamo trarre noi.
Grandioso,
indelebile, vivido e allucinante.
Nonostante
ci siano molti elementi ricorrenti nella sua opera, una delle
caratteristiche di McCarthy che preferisco è la sua capacità di
rinnovarsi, di essere sempre lui e sempre diverso. Non sono tanti gli
scrittori che ci riescono: la maggior parte si limita a replicare se
stessa. McCarthy, invece, traspone su carta la realtà nella sua
interpretazione, una realtà cruenta ed eccessiva, oppure metafisica
o grottesca, o ogni cosa insieme, ma sempre da un'angolazione
originale e differente.
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