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giovedì 4 dicembre 2014

Un concentrato di atmosfera e suggestione


LABYRINTH – DOVE TUTTO E' POSSIBILE
di Jim Henson

(1986)
 

D'accordo, adesso risulta un po' vecchiotto, sicuramente superato in quanto ad effetti speciali, mentre per quanto attiene ai pupazzotti, mi scuso con tutti i fan dei Muppets, ma li trovavo ridicoli (seppur ben fatti per i tempi) già alle elementari. E poi, nel complesso, il film era un po' lento, un po' leccato... Eppure... Eppure mi era piaciuto da pazzi! E mi piacere anche adesso (forse persino di più).

La protagonista, Sarah (Jennifer Connely), per quanto fosse meravigliosa e perfetta per i miei parametri infantili (a partire dalla passione per la recitazione e a continuare con quella per i peluche) all'inizio mi era antipatica e mi sembrava troppo scleratella e nevrotica... Però che meraviglia quando aveva sollevato il povero Tobey e lo aveva promesso al Re dei Folletti! Che meraviglia lo stesso Re dei Folletti (David Bowie), magnificamente ambiguo e seducente...

E a questo punto Sarah si pentiva e aveva tredici ore per recuperare il pargolo, prima che si trasformasse in folletto (nell'interpretazione di Henson sembrano più mini-troll, in realtà, e sono abbastanza orribili)... ma per farlo doveva attraversare il Labirinto.

Il resto del film è un concentrato di atmosfera e suggestione, un po' fiaba nera un po' romanzo di formazione, con Sarah che diventa più gentile, più simpatica, che si fa degli amici (Ser Didimus il migliore di tutti!) e che si rivela in tutta la sua forza e determinazione.

Dapprima si è solo curiosi di vedere come prosegue la storia, poi si cominciano ad apprezzare le trovate di stampo fantastico (l'indovinello, le mani...), ma è quando il gruppo dei nostri scalcagnati eroi è al completo che noi siamo davvero coinvolti e pronti per la pugna! E' allora, per quanto mi riguarda, che il film mi fa veramente sognare!

E diciamolo, Jareth, il Re dei Folletti, è molto meglio del Principe Azzurro... a prescindere dal tipo di lieto fine cui andiamo incontro (stupendo, questo).

David Bowie in una caricatura del nostro vignettista

E poi ci sono le musiche, perché sì, tutto sommato di un musical si tratta...

Alla prima visione non le avevo apprezzate più di tanto (a dispetto di David Bowie), e le trovavo sinceramente una gran rottura, al di là di alcune immagini molto suggestive (in questo senso tutta la pellicola è curatissima e altamente poetica e immaginifica), ero persino un po' delusa dalle coreografie... ma a furia di riascoltarle... ora non so come si potrebbe fare senza!

Dance dance dance!

P.S.

Avevo letto anche la novelization di A. C. H. Smith, edita da Bompiani, e mi aveva entusiasmata pure quella!

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