LABYRINTH
– DOVE TUTTO E' POSSIBILE
di Jim Henson
(1986)
D'accordo, adesso risulta un po' vecchiotto, sicuramente superato in quanto ad effetti speciali, mentre per quanto attiene ai pupazzotti, mi scuso con tutti i fan dei Muppets, ma li trovavo ridicoli (seppur ben fatti per i tempi) già alle elementari. E poi, nel complesso, il film era un po' lento, un po' leccato... Eppure... Eppure mi era piaciuto da pazzi! E mi piacere anche adesso (forse persino di più).
La
protagonista, Sarah (Jennifer Connely), per quanto fosse meravigliosa
e perfetta per i miei parametri infantili (a partire dalla passione
per la recitazione e a continuare con quella per i peluche)
all'inizio mi era antipatica e mi sembrava troppo scleratella e
nevrotica... Però che meraviglia quando aveva sollevato il povero
Tobey e lo aveva promesso al Re dei Folletti! Che meraviglia lo
stesso Re dei Folletti (David Bowie), magnificamente ambiguo e
seducente...
E
a questo punto Sarah si pentiva e aveva tredici ore per recuperare il
pargolo, prima che si trasformasse in folletto (nell'interpretazione
di Henson sembrano più mini-troll, in realtà, e sono abbastanza
orribili)... ma per farlo doveva attraversare il Labirinto.
Il
resto del film è un concentrato di atmosfera e suggestione, un po'
fiaba nera un po' romanzo di formazione, con Sarah che diventa più
gentile, più simpatica, che si fa degli amici (Ser Didimus il
migliore di tutti!) e che si rivela in tutta la sua forza e
determinazione.
Dapprima
si è solo curiosi di vedere come prosegue la storia, poi si
cominciano ad apprezzare le trovate di stampo fantastico
(l'indovinello, le mani...), ma è quando il gruppo dei nostri
scalcagnati eroi è al completo che noi siamo davvero coinvolti e
pronti per la pugna! E' allora, per quanto mi riguarda, che il film
mi fa veramente sognare!
E
diciamolo, Jareth, il Re dei Folletti, è molto meglio del Principe
Azzurro... a prescindere dal tipo di lieto fine cui andiamo incontro
(stupendo, questo).
David Bowie in una caricatura del nostro vignettista
E
poi ci sono le musiche, perché sì, tutto sommato di un musical si
tratta...
Alla
prima visione non le avevo apprezzate più di tanto (a dispetto di
David Bowie), e le trovavo sinceramente una gran rottura, al di là
di alcune immagini molto suggestive (in questo senso tutta la
pellicola è curatissima e altamente poetica e immaginifica), ero
persino un po' delusa dalle coreografie... ma a furia di
riascoltarle... ora non so come si potrebbe fare senza!
Dance
dance dance!
P.S.
Avevo
letto anche la novelization di A. C. H. Smith, edita da Bompiani, e
mi aveva entusiasmata pure quella!
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