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venerdì 5 dicembre 2014

Una sensazione di disagio


L'INSEGNANTE DI ASTINENZA SESSUALE
di Tom Perrotta

Ruth, insegnante di educazione sessuale nel liceo di una cittadina del New Jersey, durante la lezione osa affermare che a qualcuno piace il sesso orale. Questo innocuo commento scatenerà le ire dei ben pensanti locali e innescherà, a livello psicologico, una serie di reazioni... La maggior parte del romanzo, però, si concentra su Tim, ex tossico, ex musicista scatenato, divenuto un morigerato membro del Tabernacolo, che in Dio ha trovato la salvezza e che allena la squadra di calcio della figlia dodicenne di Ruth, Maggie.
Altra questione che provocherà polemiche e discussioni la circostanza che, dopo una stupenda vittoria, Tim inviterà la squadra a pregare, benché non tutte le giovani ed influenzabili atlete appartengano alla sua stessa Fede.
Nel mirino, dunque, sesso e religione, due grandi e delicati tabù, e due personaggi, apparentemente antipodici, a confronto. Che, già che ci sono, provano reciproca attrazione fisica e mentale... Che succederà?
Come sempre Perrotta pone le problematiche, le fa deflagrare e osserva con noi quel che ne scaturisce, sottolineandone le (numerose) contraddizioni...
Ma non le risolve, non ci propina facili soluzioni, perché di facile non c'è niente: il romanzo è onesto, e si limita a proporci stuzzicanti motivi di riflessione, aiutandoci a scandagliarli in ogni possibile sviluppo e/o punto di vista, fornendo l'applicazione pratica di una “teoria”, e mettendo quindi abilmente in luce per fatti concludenti – ma senza esprimere giudizi – perché un atteggiamento è giusto o sbagliato, nonché il relativismo di certe conclusioni… Anche se un'idea di quel che pensa l'autore ce l'abbiamo, grazie all'identificazione con i personaggi e il loro personale percorso evolutivo... e in realtà ad una parvenza di verità ci arriviamo pure, ma senza certezze, con un finale che in parte rimane aperto.
Le assonanze con il precedente “Bravi Bambini” sono molte: nella costruzione della trama, nella presentazione dei personaggi, nell'utilizzare lo sport come occasione e riempitivo, o nel matrimonio alla frutta, fondato sulla condiscendenza... ma questa resta comunque un'opera originale e incisiva, diversa nelle sue premesse.
L'unica cosa che lamento è un'eccessiva oggettività: non è un difetto (anzi) è solo che mi infonde una sensazione di disagio, accresciuta dall'esattezza chirurgica di vocaboli e aggettivi, che, alla lunga, mi suscitano persino alienazione... E mi rendo conto che ciò può sembrare assurdo se si pensa che si procede in soggettiva, analizzando con la lente i ragionamenti e gli stati d'animo dei protagonisti...
Per il resto, la descrizione della realtà della provincia americana, con l'analisi dei liberali e dei pruriginosi, è davvero magistrale, degna di un trattato sociologico, ma senza retorica e per giunta alleggerita da una notevole apertura mentale e di evidenti (e gustosi) intenti satirici.

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