L'INSEGNANTE
DI ASTINENZA SESSUALE
di Tom Perrotta
Ruth,
insegnante di educazione sessuale nel liceo di una cittadina del New
Jersey, durante la lezione osa affermare che a qualcuno piace il
sesso orale. Questo innocuo commento scatenerà le ire dei ben
pensanti locali e innescherà, a livello psicologico, una serie di
reazioni... La maggior parte del romanzo, però, si concentra su Tim,
ex tossico, ex musicista scatenato, divenuto un morigerato membro del
Tabernacolo, che in Dio ha trovato
la salvezza e che allena la squadra di calcio della figlia dodicenne
di Ruth, Maggie.
Altra
questione che provocherà polemiche e discussioni la circostanza che,
dopo una stupenda vittoria, Tim inviterà la squadra a pregare,
benché non tutte le giovani ed influenzabili atlete appartengano
alla sua stessa Fede.
Nel
mirino, dunque, sesso e religione, due grandi e delicati tabù, e due
personaggi, apparentemente antipodici, a confronto. Che, già che ci
sono, provano reciproca attrazione fisica e mentale... Che succederà?
Come
sempre Perrotta pone le problematiche, le fa deflagrare e osserva con
noi quel che ne scaturisce, sottolineandone le (numerose)
contraddizioni...
Ma
non le risolve, non ci propina facili soluzioni, perché di facile
non c'è niente: il romanzo è onesto, e si limita a proporci
stuzzicanti motivi di riflessione, aiutandoci a scandagliarli in ogni
possibile sviluppo e/o punto di vista, fornendo l'applicazione
pratica di una “teoria”, e mettendo quindi abilmente in luce per
fatti concludenti – ma senza esprimere giudizi – perché un
atteggiamento è giusto o sbagliato, nonché il relativismo di certe
conclusioni… Anche se un'idea di quel che pensa l'autore ce
l'abbiamo, grazie all'identificazione con i personaggi e il loro
personale percorso evolutivo... e in realtà ad una parvenza di
verità ci arriviamo pure, ma senza certezze, con un finale che in
parte rimane aperto.
Le
assonanze con il precedente “Bravi Bambini” sono molte: nella
costruzione della trama, nella presentazione dei personaggi,
nell'utilizzare lo sport come occasione e riempitivo, o nel
matrimonio alla frutta, fondato sulla condiscendenza... ma questa
resta comunque un'opera originale e incisiva, diversa nelle sue
premesse.
L'unica
cosa che lamento è un'eccessiva oggettività: non è un difetto
(anzi) è solo che mi infonde una sensazione di disagio, accresciuta
dall'esattezza chirurgica di vocaboli e aggettivi, che, alla lunga,
mi suscitano persino alienazione... E mi rendo conto che ciò può
sembrare assurdo se si pensa che si procede in soggettiva,
analizzando con la lente i ragionamenti e gli stati d'animo dei
protagonisti...
Per
il resto, la descrizione della realtà della provincia americana, con
l'analisi dei liberali e dei pruriginosi, è davvero magistrale,
degna di un trattato sociologico, ma senza retorica e per giunta
alleggerita da una notevole apertura mentale e di evidenti (e
gustosi) intenti satirici.
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