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venerdì 19 dicembre 2014

Un'accuratezza bizzarra


GRAND BUDAPEST HOTEL
di Wes Anderson

(2014)
 
 
Un film fantasioso quanto realistico, con una storia, nella storia, nella Storia, un po' vera e un po' immaginaria, in luoghi di finzione plausibili che passano da luoghi esistenti e da epoche assurde ma tristemente documentate…

All'inizio (primo quarto d'ora massimo) la trama mi si confondeva un poco in testa, e la pellicola si limitava ad incatenarmi a sé con la fotografia, meravigliosa e ricca di dettagli sgargianti, di un'accuratezza bizzarra, complessa, che risulta surreale. Ma presto si entra nell'ottica, si fissano dei paletti, e la vicenda ci avvince assorbendoci completamente...

Conosciamo Zero (Tony Revolori), il garzoncello (che già abbiamo incontrato da adulto e di cui il film è un lungo ricordo, raccontatoci da uno scrittore) e il suo “datore di lavoro”, e presto amico/socio, Monsieur Gustave (Ralph Fiennes), teorico concierge, ma in pratica Direttore, del prestigioso Grand Budapest Hotel... Sul più bello accusato ingiustamente di omicidio e presto chiuso in carcere...

Siamo prossimi alla commedia, ma non proprio lì, quanto piuttosto in una sorta di limbo fra il fantastico, il grottesco e il poetico, ove, anche quando ci si indigna, si è portati a stemperare tutto con un sorriso.

La pellicola mi è piaciuta molto, persino più del precedente Moonrise Kingdome (che comunque avevo adorato), benché, di per sé, ci siano meno “trovate”... I personaggi, però, sono tantissimi, sorprendenti (anche quelli cui è concesso poco più di un cameo), il cast da leccarsi le dita, mentre lo spettatore viene continuamente sballottato da una “prospettiva narrativa” ad un'altra, i generi si miscelano (come piace a me), e c'è pure qualche tocco da commedia nera (la fine della sorella di Serge e varie altre morti)...

In più quasi tutto è simmetrico, e si fa attenzione persino alla postura dei personaggi!

E come resistere al fascino di Ralph Fiennes (non credo di averlo mai trovato così simpatico) e di Tony Revolori?

Una pellicola che è una bellezza per gli occhi, per il cuore, e che ti lascia qualcosa di impalpabile, dopo che è finito, che danza e fa l'occhiolino, ma che non riesci ad afferrare del tutto. Non io, almeno.

E forse il segreto sta nella fine... Ispirato alle opere di Stefan Zweig, viene annunciato in coda... Perché? In che modo?

Lo ignoro...

Specialmente perché Zweig è un autore che non ho mai letto e mi sono sempre limitata a sbirciare. Ma è chiaro che presto mi adopererò per colmare questa svergognata lacuna...

2 commenti:

  1. Teso, a me non è piaciuto...in realtà ero un po' stanco quando l'ho visto e ho fatto fatica a seguire la trama...riproverò a guardarlo. Kiss

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  2. In effetti mi stupisce che tu non lo abbia apprezzato, ma in principio anche io ero un po' spaesata... fammi sapere se cambi idea! Baci, dear.

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