LA
PRINCIPESSA E I GOBLIN
di George MacDonald
E'
un romanzo che avevo riletto e stra-letto durante l'infanzia e che mi
era piaciuto da morire: privo del paternalismo, della verbosità, e
del gusto malato di indulgere sulla sventura e sulla miseria tipico
della letteratura classica per bambini (ricordo che ero rimasta
particolarmente allucinata da “Oliver Twist” e da “Cosetta”,
ma che anche libri apparentemente innocui come “Pattini d'Argento”,
“Le Scarpe Rosse” e “La piccola principessa” avevano qualche
momento di sadismo puro, fisico o psicologico che fosse... Tanto che
quando a dieci anni mi ero imbattuta ne “I Racconti dell'orrore”
di Edgar Allan Poe li avevo trovati quasi rilassanti: se non altro i
protagonisti non erano bambini maltrattati!) e di odiosi fini
educativi (si veda “Cuore”, che leggevo con mia sorella quando
avevo bisogno di ridere un po', tanto traboccava di umorismo
involontario), benché scritto a fine 1800, questo romanzo è invece
fresco e allegro, garbato, ricco di magia e suggestioni (quanto
adoravo la trisavola della principessa che filava fili di ragno nella
torre, o la scala che spariva)...
Di
ambientazione fantasy, ma con connotazioni avventurose, c'erano dei
bei personaggi (apprezzavo persino la cattivissima regina dei Goblin
con quel suo osceno alluce!), in particolare Irene, la principessa
(otto anni), e Curdie (dodici), il coraggioso figlio di un minatore
con cui lei stringerà amicizia e che contribuirà a determinare la
salvezza sua e del Regno... Perché, è ovvio, i Goblin non hanno
buone intenzioni!
E'
un romanzo in cui le cose vanno come è giusto che vadano, che ha il
sapore della fiaba ed è romantico q.b., ma senza sentimentalismi
gratuiti e il gusto eccessivo per il dramma. I bambini sono
intelligenti, intraprendenti e curiosi (non poveri orfani vittime
della più nera povertà). Ci si diverte, ci si emoziona, ci si
intrattiene. E magari ogni tanto si ha anche un filo di paura, ma
niente che poi costringa ad una seduta con lo psicologo o ad una
serie di incubi.
Credo
che gli unici volumi che abbia amato così tanto da piccola siano “Il
giardino segreto” (che però avevo letto alle Medie e non alle
Elementari) e “E un giorno dal cielo arrivò Clorofilla...”, ma
quest'ultimo, essendo di Bianca Pitzorno, si inserisce nell'alveo
della letteratura moderna, che ha persino una vena ecologica, oltre
che fantascientifica.
Tornando
a “La Principessa e i Goblin”, so che ne esiste un seguito, “La
Principessa e Curdie”, ma non sono mai riuscita a trovarlo...
Peccato.
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