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venerdì 22 novembre 2013

I Goblin non hanno buone intenzioni!


LA PRINCIPESSA E I GOBLIN
di George MacDonald


E' un romanzo che avevo riletto e stra-letto durante l'infanzia e che mi era piaciuto da morire: privo del paternalismo, della verbosità, e del gusto malato di indulgere sulla sventura e sulla miseria tipico della letteratura classica per bambini (ricordo che ero rimasta particolarmente allucinata da “Oliver Twist” e da “Cosetta”, ma che anche libri apparentemente innocui come “Pattini d'Argento”, “Le Scarpe Rosse” e “La piccola principessa” avevano qualche momento di sadismo puro, fisico o psicologico che fosse... Tanto che quando a dieci anni mi ero imbattuta ne “I Racconti dell'orrore” di Edgar Allan Poe li avevo trovati quasi rilassanti: se non altro i protagonisti non erano bambini maltrattati!) e di odiosi fini educativi (si veda “Cuore”, che leggevo con mia sorella quando avevo bisogno di ridere un po', tanto traboccava di umorismo involontario), benché scritto a fine 1800, questo romanzo è invece fresco e allegro, garbato, ricco di magia e suggestioni (quanto adoravo la trisavola della principessa che filava fili di ragno nella torre, o la scala che spariva)...

Di ambientazione fantasy, ma con connotazioni avventurose, c'erano dei bei personaggi (apprezzavo persino la cattivissima regina dei Goblin con quel suo osceno alluce!), in particolare Irene, la principessa (otto anni), e Curdie (dodici), il coraggioso figlio di un minatore con cui lei stringerà amicizia e che contribuirà a determinare la salvezza sua e del Regno... Perché, è ovvio, i Goblin non hanno buone intenzioni!

E' un romanzo in cui le cose vanno come è giusto che vadano, che ha il sapore della fiaba ed è romantico q.b., ma senza sentimentalismi gratuiti e il gusto eccessivo per il dramma. I bambini sono intelligenti, intraprendenti e curiosi (non poveri orfani vittime della più nera povertà). Ci si diverte, ci si emoziona, ci si intrattiene. E magari ogni tanto si ha anche un filo di paura, ma niente che poi costringa ad una seduta con lo psicologo o ad una serie di incubi.

Credo che gli unici volumi che abbia amato così tanto da piccola siano “Il giardino segreto” (che però avevo letto alle Medie e non alle Elementari) e “E un giorno dal cielo arrivò Clorofilla...”, ma quest'ultimo, essendo di Bianca Pitzorno, si inserisce nell'alveo della letteratura moderna, che ha persino una vena ecologica, oltre che fantascientifica.

Tornando a “La Principessa e i Goblin”, so che ne esiste un seguito, “La Principessa e Curdie”, ma non sono mai riuscita a trovarlo... Peccato.

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