I
PROMESSI SPOSI
di Alessandro Manzoni
Mi
direte che l'avete letto a scuola e che l'avete odiato, che alla fine
non è altro che una specie di feuilleton con troppi personaggi e
troppe descrizioni... Mi direte uffa!
Beh,
io replico: leggetelo adesso! Senza i ritmi imposti dall'insegnante,
senza esercizi noiosi da farci sopra... E' magnifico! E lo amerete...
Lasciamo
stare i motivi di interesse storico, lasciamo stare i riferimenti
alla letteratura, esaminiamolo come fosse un qualsiasi best seller...
Intanto
è scritto da dio, e non è poco! Manzoni ha la capacità incredibile
di catturare atteggiamenti e pensieri, di rendere movimenti ed
espressioni, e di mostrarci quello che c'è sotto, e poi più sotto
ancora... Eppure non si limita a questo, a descrizioni magistrali
(che in uno sguardo contengono l'universo e da sole sarebbero
sufficienti a consacrarlo per sempre all'Olimpo della Letteratura
Mondiale), no, è persino spiritoso, arguto, ironico... E si diverte
un mucchio mentre scrive, e fa divertire anche chi legge, che ha
perpetuamente un sorriso sulle labbra...
Ci
sono parecchi personaggi, è vero, ma sono tutti delineati ad arte,
per cui non è difficile seguirne le peripezie, senza contare che il
frequente cambio di scena ci permette di variare la vicenda, di
creare suspence, di appassionarci ancora di più...
E
pazienza se Renzo è un tontolone e Lucia una gatta morta: Fra'
Cristoforo è meraviglioso, Don Abbondio un mare di risate (un po'
macchiettistico, va bene, e spesso irritante, ma perfetto proprio per
questo!), Gertrude affascinante... E poi, suvvia, anche i
protagonisti alla fine qualche colpo in canna ce l'hanno, senza
contare che bisogna tener conto del contesto storico e della visione
religiosa del popolino... Mica sono granché istruiti, i nostri eroi!
D'accordo,
la storia è fondamentalmente un romanzo d'appendice, ma che c'è di
male? Non è un'opera manichea (elemento, questo, che, sì, sarebbe
limitante), al contrario Manzoni è impareggiabile nel mostrarci
tutte le sfacettature dell'animo umano: c'è chi fa il male senza
essere cattivo, chi si converte, chi è solo vittima della sua
vigliaccheria... C'è chi cambia, chi cresce durante la narrazione,
chi migliora e acquisisce perrsonalità.
Non
solo!, Manzoni riesce persino a cogliere gli aspetti sociali del 1600
(che fanno da specchio al 1800, ossia alla sua contmporaneità) e a
riportarli sulla carta come se fossero vivi, brulicanti, in atto,
mostrandoci lo spaccato di un'epoca con una freschezza
intramontabile.
Insomma,
c'è tutto: l'umorismo, i cattivi, la denuncia sociale, il dramma,
l'avventura, la religione, l'amore! E pure la peste! Fa riflettere e
fa sognare, coinvolge e incurisisce! Che volete di più?
Se
non vi piace, forse è perché l'approccio è stato sbagliato!
Davvero,
rileggetelo! E' sublime!
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