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domenica 24 novembre 2013

Misteri della traduzione!

LE BELVE
(2012)

 
Non so quale sia il senso del titolo italiano, visto che in inglese non si fa che parlare di selvaggi e che in effetti in originale il film è “Savages” (riferito sia ai nostri eroi che ai loro nemici)... Misteri della traduzione! Comunque, gli ingredienti sono: droga (consumata, coltivata e spacciata in due modi diversi e contrapposti, di cui uno quasi poetico, benché su larga scala, e l'altro all'insegna della più feroce delinquenza, e che ovviamente finiranno per entrare in conflitto), una storia d'amore a tre (non il solito triangolo, ma proprio due ragazzi e una ragazza che stanno felicemente e armoniosamente insieme), una narrazione in prima persona piacevolmente anticonvenzionale e con sorpresa (“il fatto che io vi racconti questa storia non significa che sia viva”), ferocia, adrenalina, ricatti, crudeltà, rapimenti, violenza al cubo, sparatorie e un doppio finale che ha irritato il Mio Perfido Marito, ma deliziato me (non è sleale!).

Nel complesso, oltre al The End, io ho apprezzato particolarmente il ménage à trois, indice di totale libertà fisica e mentale, anche se, in effetti, ha ragione il personaggio di Salma Hayek quando afferma, rivolta ad O, la beata fanciulla, che per riuscire a condividerla i due giovanotti devono amarsi molto più fra loro di quanto amino lei... Vero. Ma ci si accontenta.

C'è qualche caduta di tono qua e là, una spruzzata di manicheismo, una di inverosimiglianza, alcune inquadrature sono un po' di maniera (altre però mi sono piaciute, e anche l'affiorare di tanto in tanto del bianco e nero) e si accarezza l'apologia di reato, ma l'ottimo cast e il modo di narrare rendono ugualmente il prodotto al di sopra della media creando una miscela insolita. Magnifico il personaggio di John Travolta, Dennis, per quanto la morale che reca seco sia davvero desolante (ma realistica), interessante Elena (Salma Hayek), lì per lì semplicemente odiosa, ma che man mano acquisisce fragilità suscita simpatia e ammirazione, mentre Benicio del Toro, l'autentico, malefico, sadico, cattivo (o no? O non è lui e neppure Elena?), è disturbante e orrido q.b., e persino di più.

In effetti, alla fin fine, i più piatti sono davvero i protagonisti, che si salvano giusto per l'inconsueto rapporto che li lega e per i caratteri antitetici dei due maschietti (il geniale e dolce botanico esperto di marketing e il soldataccio senza paura), che, insieme, sono complementari e tenerelli.

La pellicola è firmata Oliver Stone ed in qualche punto mi ha ricordato “Natural Born Killers – Assassini Nati”, il quale però avevo decisamente preferito.

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