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giovedì 14 novembre 2013

Struggentemente romantica

CIME TEMPESTOSE
di Emily Brontë

 
Un romanzo per signorine? Non proprio, anzi c'è chi si lamenta per la brutalità che denota, per il sadismo mentale e per la totale mancanza di redenzione del protagonista, e c'è addirittura chi se ne dichiara oltraggiata (sì, la cosa mi fa sorridere), trovandolo immorale...

La storia però, proprio per questo, è struggentemente romantica, alla faccia di chi si illude che il romanticismo siano le melensaggini alla Twilight, ignorandone il suo significato storico che, come direbbe E. M. Forster, è semmai un tendere le mani verso l'impossibile...

Così è “Cime Tempestose”. Cupo, fatto di lacrime e sangue, di dolore, e di rabbia, di odio, di malvagità... Ma tremendamente intenso e potente, come sottolineato dall'ambientazione, la brughiera inglese, spoglia e selvaggia, rappresentata nella sua anima più profonda, e dallo stile contratto, involuto, a tratti quasi aspro.

In realtà il suo bello sta è proprio in questo, ma agli animi troppo delicati dà fastidio, ed ecco la ragione per cui al momento della sua pubblicazione (1847) la critica lo ha rifiutato, oltre che per sua la struttura innovativa e poco lineare.

Fortuna che il decennio successivo, invece, la ha rivalutato, consacrandolo come classico, ossia come libro immortale.

Sia come sia, io adoro Heathcliff! Certo, non lo sposerei... Ma come personaggio è superbo, così tenebroso e imperscrutabile e passionale...

In quanto all'immoralità, infine, che me ne importa?

L'arte è arte, non deve necessariamente essere morale! Solo bella! E “Cime Tempestose” lo è! In modo violento e inconsueto, ma lo è...

Ed è meraviglioso.

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