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domenica 3 novembre 2013

Personalità interessante


DAGO
di Robin Wood

 
Se se ne legge una ventina di numeri risulterà un buon fumetto. Magari i primi (pubblicati per la prima volta negli anni '80) sono un po' troppo verbosi, un po' troppo descrittivi, ma pazienza: proseguendo lo stile narrativo si modernizza, si snellisce, e ci regala prospettive insolite e affascinanti, cambiando spesso location e giocando con la storia e personaggi veramente vissuti (siamo all'incirca nel 1530, decennio più, decennio meno), attraverso lo sguardo disincantato ed al contempo romantico del nostro protagonista: un tipo sveglio, orgoglioso, che evolve in fretta: da nobile veneziano, tradito e spogliato di tutto, ad avventuriero dalle mille risorse, dalle mille facce, e con un forte senso di giustizia, sovente animato da un selvaggio spirito di contraddizione, e che spesso si sforza di apparire peggiore di quello che è. Magari strizzandoci l'occhio, magari no.

Personalità interessante, in effetti, quella di Dago, pronto a sorridere di tutto, compreso se stesso, a riconoscere i suoi errori e superare i pregiudizi, ad adattarsi alle situazioni e alle beffe del fato. Anche le vicissitudini in cui viene coinvolto presentano spunti di originalità, lasciando talvolta l'amaro in bocca per rinunciare a conclusioni troppo scontate e poco realistiche... Ma senza nemmeno dimenticarle del tutto, concedendo momenti di pathos, di commozione, a vicende incentrate su singoli, ma anche su gruppi di amici, su innamorati, o intere comunità...

Ci sono dunque attese disattese, mille varianti, drammi, ghigni, e piacevoli colpi di scena... Si assapora qualcosa di particolare, di fresco, di appassionante, violento, ma anche tenero, a tratti... Il problema, tuttavia, si profila se la lettura va ancora avanti: chi prima chi dopo, infatti, non potrà non notare che, per quanto gli scenari cambino, passando dall'Europa all'Africa e poi all'America, con vari ritorni e digressioni, coinvolgendo grandi eventi, grandi città, grandi personaggi, con qualche concessione, oltre che alla storia, all'avventura, all'horror, al fantasy, che le variabili alla fin fine sono illusione e che nelle sue dinamiche le situazioni non fanno che replicarsi in una giostra grande, ma tristemente circolare... Peccato.

Perché ad un certo punto, purtroppo, sbotti che non ne puoi proprio più...

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