IL
CLUB DUMAS
di Arturo Pérez-Reverte
Il
film “La Nona Porta”, di Roman Polanski, mi era piaciuto molto
incuriosendomi e fornendomi una buona dose di brividi, ma aveva un
retrogusto di incompiuto che mi ha subito indotta ad approfondire la
vicenda accostandomi al libro che l'ha ispirata. E se il film è
bello, il libro si è rivelato meraviglioso!
Un
testo erudito, a tratti quasi documentaristico, ma ricco di
movimento, i cui punti di forza sono soprattutto lo stile magistrale
dell'autore, la trama complessa e pregna di colpi di scena, e
l'atmosfera di mistero e tensione. Meno horror, rispetto al film,
però maggior spessore e più concetti.
Si
comincia con un venditore di libri rari alle prese con un enigma, si
continua con una bella incursione nell'esoterismo, e, mentre i filoni
di indagine si moltiplicano, spunta pure un Diavolo... I nostri
concetti di Bene e Male, tuttavia, vengono mescolati, sovvertiti,
spostati, e l'autore non fa che instillarci dubbi: il Diavolo è
davvero il nemico? Qualunque opinione si ribalta, per poi ribaltarsi
ancora, il thriller sfuma nell'horror e viceversa, ma il colore di
fondo è giallo, “giallo girasoli di Van Gogh”, a base di forza e
di incertezza, di malattia... La protagonista femminile qui è più
interessante, meglio delineata, e la fine, che nel film mi aveva
lasciata perplessa, qui è quella che deve essere e mi ha soddisfatta
in pieno, stimolando ipotesi e riflessioni.
Romanzo
e pellicola sono parzialmente diversi (“La nona Porta” è
decisamente più d'effetto) e infondono suggestioni e stati d'animo
differenti... Credo siano entrambi irrinunciabili.
E...
No, il romanzo non ricorda l'insulso “Codice da Vinci” di Dan
Brown, se mai “Il nome della Rosa” di Umberto Eco, ma con più
avvenimenti e meno digressioni, più ansie ed eventi più grandi di
noi, laddove invece frate Guglielmo riesce a ricondurre ogni mistero
a misura d'uomo.
Eppure
“Il nome della rosa” è un capolavoro, “Il club Dumas” no...
Quindi? Quindi non importa, è godibilissimo!
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