LA
FORZA DEL CARATTERE
di James Hillman
Dove
si parla del carattere, ma anche della vecchiaia, perché è in
questa fase della vita che davvero il carattere diviene se stesso,
che “si compie”, che “è”, in tutte le sue accezioni,
varianti e sfaccettature. Perché il carattere non è una realtà
unica e univoca, ma un insieme di personalità che cambiano a seconda
di stati d'animo e situazioni, che mutano in base all'esperienza, o
che emergono in modo diverso a seconda del “quando” e del “con”.
Che talvolta subisce il filtro dell'educazione o delle convenzioni
sociali.
Così
la vecchiaia si indaga nel dettaglio (culturalmente, filosoficamente,
dal punto di vista sociale e medico), si rivaluta, si scruta in modo
nuovo, si cerca di affrontarla e di capirla.
E'
un bel libro, questo, colmo di speranza, di fede, di bellezza.
Spalanca le porte di mondi che sono sempre stati lì, ma che noi di
solito non vediamo.
Hillman
è un accademico, uno psicologo. Ma non è pedante, questo saggio,
anzi. E' divulgativo, fantasioso, arguto, ricco di aneddoti, di
esempi tratti dalla letteratura, dall'esperienza personale, più che
da casi clinici.
Scritto
con semplicità e simpatia, è comunque profondamente filosofico e
porta ad sacco di riflessioni insolite e affascinanti.
All'inizio,
magari, ti ci accosti con una certa diffidenza (l'introduzione è un
po' dispersiva), la vecchiaia è una flebo, pensi, non mi interessa.
Ma non è vero. Devi solo imparare a guardare. E ti appassioni, e ti
commuovi, persino, di fronte a certe verità. Che ti toccano e ti
rasserenano, e ti sembrano talmente evidenti ora, vivide, vicine, e
piene di luce. E poi la questione non è la vecchiaia, ma il
carattere. Questo è solo un percorso per arrivarci. E intanto arrivi
anche agli altri e a te stesso, perché sono tutte facce della stessa
medaglia, e sono sempre degne di nota, scevre da preconcetti, da
giudizi morali.
E'
come riempirsi i polmoni d'aria!
E
poi, alla fin fine, questo saggio è persino anche una fucina di
spunti per dei racconti, per dei romanzi... Jonathan Carroll ne
andrebbe pazzo! Certi esempi sembrano l'incipit di alcuni dei suoi
libri più belli...
Magari
non è facile da leggere sul treno perché richiede un minimo di
concentrazione. Però è scorrevole e spiegato con pazienza e
perizia, illustrato in ogni passaggio.
Per
chi ha voglia di sedersi a contemplare il tramonto, per chi ha
bisogno di analgesici letterari, per coloro cui piace cambiare
prospettiva.
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