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mercoledì 12 febbraio 2014

Quello che conta sta in mezzo


ILIADE
di Omero
 
 
Il poema sulla guerra di Troia (anzi sul suo ultimo anno, ma neppure tutto), uno di quei capolavori che è bello da leggere in gioventù, ma ancor più bello da adulti, però sempre ed assolutamente nella traduzione di Vincenzo Monti.

Si tratta di un'opera magnifica, naturalmente, maestosa, trionfante, ma infarcita di parti noiose: elenchi interminabili, cataloghi delle navi, banchetti, regalie, e via dicendo... Quando vi si incappa, solo la bellezza della poesia può spronare il lettore ad andare avanti, ma se ci si affida ad una scrittura mediocre è davvero difficile non arenarsi prima di giungere a metà.

All'inizio l'Iliade può sembrare impegnativa, occorre integrare con qualche nota, non tutti i vocaboli sono di uso comune... Le costruzioni, però, sono raramente difficili e dopo due o tre canti ci si accorgerà che fondamentalmente il frasario è sempre lo stesso, quindi si potrà procedere con disinvoltura, agevolmente, appassionandosi vieppiù alla trama. Diversamente, il consiglio è di accontentarsi della gradevole riduzione di Baricco, che ha provveduto all'espunzione dei passaggi meno sopportabili, che ha il dono della parola, che è semplice e divulgativo, ma che, ahimè, Omero non è, per quanto io lo adori...

La storia è nota. In soldoni: Achille, il più valente eroe dell'esercito acheo, litiga con Agamennone, il comandante supremo, (per via di una fanciulla, sic!) e cessa di combattere. Le sorti della guerra, allora, pendono a favore dei Troiani fino a che Patroclo, amico (e grande amore) di Achille, decide di indossarne l'armatura spacciandosi per lui. Il risultato è che Ettore lo uccide e Achille decide di vendicarsi...

Niente di che, si potrebbe opinare.

Ma quello che conta sta in mezzo: questa è solo la cornice. Dentro ci sono altre storie che si intrecciano, altri eroi, amori e amicizie, tradimenti, persino un po' di splatter... Tutto è grandioso, epico, magniloquente (se non sembrasse una bestemmia, oserei quasi affermare che a tratti pare la versione poetica di un film con Stallone, Tom Cruise e Bruce Willis, al cubo e tutti insieme)! E la gloria è la normalità... Ma c'è anche spazio per momenti di tenerezza, di riflessione, di nobiltà d'animo... C'è tutto, in effetti, come in ogni capolavoro. Il vero protagonista, alla fine, non è nemmeno Achille, ma Ettore, molto più responsabile, ragionevole ed umano, e ci sono belle figure femminili, come Andromaca, Cassandra ed Elena, che non è la vuota sciacquetta che si potrebbe pensare... Paride, se mai, suscita irritazione ad ogni sua comparsa! E poi ci sono Ulisse, Aiace (Telamonio, il mio prediletto... Oileo è solo un animale), Enea... Il povero Priamo... Ciascuno esaltato individualmente nelle sue peculiarità... Ma sopra tutti si stagliano gli Dei.

E già, alla fine l'eroismo degli uomini conta poco o niente: il loro destino è in mano agli Olimpi, che discutono e baruffano alla stregua dei mortali, dimostrandosi altrettanto capricciosi e vanesi. Frustra un po', questo aspetto. L'umana impotenza, soggetta, per giunta, all'arbitrio di gentucca meschina...

Ma al contempo è affascinante e indicativo, di come siamo fragili, di quanto sia assurdo il fato, talvolta ingiusto...

Personalmente, molto più dell'Odissea, per me questo è un poema di emozioni, di innalzamento spirituale, di esaltazione psicofisica... Commuove, in certi punti. O indigna. O carica. O riempie di struggimento, perché se ne presagisce la conclusione... Non c'è un eroe solo, ma tanti, differenti, che si potranno amare od odiare, ma che sempre restano impressi.

E poi c'è la vertigine della poesia che arriva dritta al cuore, che sfiora l'Assoluto. Eterna.

4 commenti:

  1. In effetti condivido quello che hai scritto. Io ho provato a leggerla ma quando sono arrivato all'elenco delle navi e alla descrizione degli eserciti mi sono arreso. Non ce l'ho più fatta ad andare avanti nonostante la storia mi interessasse. Comunque, lo ammetto, era una traduzione farlocca e non quella del Monti. Magari proverò a seguire il tuo consiglio e a rileggere la riduzione di Baricco

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  2. Nel caso, fammi sapere ;)! A presto!

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  3. Ma l'hai letta anche in greco direttamente? li hai ripetuti i paradigmi dei verbi? Prima però ti conviene dare una ripassatina all'alfabeto...ahahahaha!

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  4. Teso, ci sono delle volte in cui sarei tentata di farti sedurre dalla Noce...

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