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mercoledì 19 febbraio 2014

Giocare “alla Messa”


GIOCHI MALATI DEL RAGNO DA PICCOLO

 
Quelli che si inventava lui, probabilmente mentre era posseduto da qualche demone...

Verso i quattro-cinque anni ogni tanto sparava di voler giocare “alla Messa”: lui sarebbe stato il sacerdote e gli altri (io, Chicca, Androide, Mater e Pater) avrebbero impersonato i fedeli... E' proprio il caso di dirlo: Giesù (alla Cassidy)! Ma come può un bimbo concepire qualcosa di così noioso? Mater si lamentava che era blasfemo, io a quello non badavo... Ma quando il malefico infante, ormai sugli otto anni, si è presentato al picnic di Pasquetta (con i miei amici) munito di libri di preghiere per consumare più santamente il pasto, io ho seriamente temuto di dovermi rivolgere ad un esorcista...

Poi c'è stata la fase degli “Hamtarini”, come li chiamava lui, vale a dire quei cricetini della serie di Hamtaro. Un supplizio! Il mostriciattolo si era fatto regalare casette ammobiliate e ambientini ameni e pretendeva che io passassi la vita impegnata ad organizzare avventura cricetose (merende, scampagnate, festicciole... Un po' come una Barbie, ma più rustica, pelosa e ignuda)... Blé!!! Tuttavia mi fa tenerezza pensare che all'epoca la merce di scambio di mio fratello fossero “le ore”. Ad esempio: Io ti preparo la merenda, mi diceva, se in cambio poi tu giochi due ore con me! Adesso è più pragmatico. Vuole dei soldi.

Quando la fase dei ratti mignon è passata, sono arrivate “le disgrazie”!

Prima si doveva arredare la mia vecchia Villa Paradiso d'Estate (ovvero la dimora dei miei Mini Pony, nel frattempo pensionati, assai più grande delle abitazioni dei criceti) che quindi veniva popolata e sistemata in un punto strategico. A quel punto il gioco iniziava e gli sventurati personaggini, per lo più omettini playmobil (chissà perché portavano il nome degli amici di mio cugino), erano costretti ad affrontare il terribile imprevisto: un tornado (realizzato con il phon), un terremoto (forti scossoni), il maremoto (secchiate d'acqua)... fino alla distruzione della loro casa e al decesso dei partecipanti... Devo ammettere che il Ragno era molto creativo e le morti dovevano essere dettagliate e supportate da dialoghi surreali. Si era persino premurato di coprire di scotch le finestre (simulazione del vetro) per evitare la fuoriuscita dei mobili durante i cataclismi più virulenti e di integrare l'arredamento con quadretti e centrini, per rendere la scena più drammatica. Non so se il suo fosse un modo per vincere qualche paura recondita, ma nel complesso il gioco era piuttosto inquietante e perverso...

Io, in gioventù, mi ero accontentata di allestire una casetta horror (con pezzi di gambe, piedi e mani di Barbie e Lady Lovely intinte nella tempera rossa, scheletri, mostriciattoli, occhi, gli sfondi di “Brivido” e i personaggi di “Hero Quest”, i giochi in scatola, e mini candele fabbricate artigianalmente) nel comodino...

Complici Androide, Chiccachu, Dany e suo fratello, e un amico di Androide...

Altri tempi...

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