SINISTER
(2012)
Al
Ragno non è piaciuto, ma io lo reputo uno dei più begli horror
visti negli ultimi anni! Parte come un thriller, in sordina, benché
già l’immagine di apertura sia sconcertante: tratta da un filmino
amatoriale, mostra quattro persone incappucciate appese ad un albero
che, innescatosi un ingegnoso meccanismo, vengono impiccate (e le
loro gambe scalciano a lungo nel vuoto)...
La
sensazione di fastidio, di disagio, in effetti, comincia quasi
subito, quando Ellison (Ethan Hawke) e la sua famiglia (la moglie
Tracy, il figlio dodicenne Trevor e la piccola Ashley...) si
trasferiscono nella nuova casa, la stessa in cui le quattro persone
dell'incipit sono state uccise... Insomma, la famiglia che abitava lì
prima di loro... Ellison lo sa, per questo è qui. Per indagare sul
mistero della loro morte e sulla scomparsa di Stephanie, la bimba più
piccola, presumibilmente rapita dall'omicida.
Ellison,
infatti, scrive di questo, di omicidi seriali e di storie di sangue,
ma il suo grande successo risale a parecchi anni prima, e ora ne
vuole un altro, ne ha bisogno, non solo economicamente... Questa
potrebbe essere la sua occasione: in soffitta ha trovato uno
scatolone dimenticato, con una serie di filmini in Super8. Liete
scene familiari, ma sembrano immagini rubate. Non riprese dalla
famiglia che ne è protagonista, ma da qualcuno appostato in un
angolo che le spiava... Poi l’atmosfera cambia: la famiglia viene
ammazzata con modalità simili a quella dell'albero. Un bambino,
però, scompare sempre.
Okay,
lo ammetto, si capisce subito quale sarà il colpo di scena finale e
chi ha commesso i vari omicidi, ma ciò non guasta in alcun modo il
sapore del film.
Gli
eventi soprannaturali impiegano un po' a manifestarsi, ma sono
anticipati con maestria da rumori inquietanti, dai terrori notturni
di Trevor, dai frammenti di immagini nascosti nelle pellicole... Si
fanno attendere, ma nel mentre la tensione sale e c'è spazio per un
po' di introspezione psicologica… Poi il soprannaturale arriva. Ed
è ben dosato. Non ci sono incredibili effetti speciali o scene
extragore. Eppure così è persino peggio perché ciò che viene
suggerito, al di là del “nemico” in sé (interessante da
scoprire), ti urta in modo più profondo, più sottile... Tocca delle
corde che non dovrebbero essere nemmeno messe in discussione.
E
comunque io ho urlato. Spesso.
E
va be', io urlo sempre, ma questa volta me la sono proprio spassata.
Non amo i film tipo “Saw” basati sulla tortura e il sadismo. Mi
annoiano e disgustano in egual misura. Qui un po'
di voyerismo c'è, ma
il sadismo, in fondo, è contenuto, e soprattutto la spiegazione non
si esaurisce in un cavolo di serial killer dalle motivazioni
bizzarre, ma... Okay, mi trattengo. Niente spoiler.
Ad
ogni modo, se non siete convinti, guardatevi il trailer.
Fa
paura pure quello.
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