TARZAN
– Walt Disney
(1999)
Da
buona consumatrice dei film Disney, ed in particolare di cartoni
animati (non solo Disney), posso affermare che questo è uno dei miei
preferiti. Invero, il mio prediletto-prediletto è Mulan, ma credo
che, artisticamente, Tarzan sia quello che raggiunge le vette più
alte. Poco importa che il personaggio in sé non mi abbia mai
attratta... (Troppi film, telefilm e fumetti gli erano già stati
dedicati... E chi se ne importa di un disadattato che gira in
perizoma?) Qui viene magistralmente reinterpretato e questa pellicola
mi ha lasciata a bocca aperta sin dalle prime scene!
I
disegni sono plastici e dinamici, l'animazione perfetta, la colonna
sonora di Phil Collins stupenda e per nulla invadente (al contrario,
conferisce alle immagini incisività e potenza)... Ma quel che ti
arriva al cuore non sono tanto i pregi tecnici quanto i concetti che
il film esprime: l'importanza della famiglia e delle proprie radici,
che però sono determinate soprattutto dall'amore e dalla capacità
di accettarsi, l'amicizia, l'apologia del diverso, il piacere della
conoscenza e della scoperta, il senso del dovere, la solidarietà, il
sacrificio. E la forza di rinunciare a se stessi per il benessere
degli altri.
D'accordo,
in sé per sé nulla di rivoluzionario. Però emotivamente vieni sul
serio agganciato subito. Il modo in cui è narrata, con poche
sequenze sottolineate da una canzone bellissima e colma di pathos, la
tragica vicenda dei genitori del nostro eroe, peraltro ricca di
dettagli, non può che commuoverci. E anche nel prosieguo i
sentimenti in gioco sono intensi ed espressi con forza.
Non
mancano però, nel corso della pellicola, momenti divertenti: Tarzan
piccolo è uno spasso, e poi ci sono la scimmia Terk (niente
Cita), e
l'elefante Tantor, con le loro adorabili caratteristiche ed
idiosincrasie... Persino Jane è piuttosto buffa e imbranatella,
forse l'eroina più simpatica fra quelle disneyane... Addirittura più
di Rapunzel! Okay, suo padre sa un po' troppo di macchietta, però
ogni tanto si risolleva con una frase profonda. E il momento in cui
Tarzan e Jane fanno la reciproca conoscenza è davvero meraviglioso,
regalando risate a volontà, ma anche romanticismo, tenerezza e...
avventura.
Ma
ci sono anche attimi di tensione, di paura, di malvagità... E il
vero cattivo non è Sabor, il leopardo, che pure ha fatto fuori i
genitori naturali di Tarzan, ma Clayton, prototipo del bianco
coloniale. Avido, crudele, disonesto. E molto più pericoloso.
E
che bella l'evoluzione del rapporto fra Tarzan e Kerchak, il capo del
branco dei gorilla nonché compagno di Kala, la madre adottiva di T.!
Il finale è grandioso.
Certo,
in molti punti il film è prevedibile, adeguandosi a quelli che sono
i codici disneyani, ma in altri sorprende, ed è incredibile vedere
Tarzan “surfare” tra gli alberi e diventare tutt'uno con la
giungla! Per tacere delle esaltanti sequenza di lotta...
Da
vedere!
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