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martedì 25 febbraio 2014

Uno zombie in stato catatonico


INSONNIA

 
Una gran scocciatura.

Ne soffro da sempre, e tanti (ignari) commentano che è davvero una bella fortuna: hai un sacco di tempo in più, cinguettano, la possibilità di fare molte più cose... Beata tu! Certo, come no, e poi è stupendo trascorrere la giornata come uno zombie in stato catatonico. E non è neanche la cosa peggiore che mi può capitare! Due notti sveglia le reggo ancora, ma dopo la terza schizzo e può succedere di tutto: che sbrani qualcuno perché mi ha salutato distogliendomi dai miei pensieri, o che pianga per due ore e mezza perché al telegiornale hanno detto che un tizio che non conosco e di cui non mi importa nulla è morto spappolato da una mucca... Eh sì, bisogna proprio invidiarmi.

Anche se, è vero, prima di maritarmi e di condividere le notti col Mio Perfido Marito qualche pregio c'era pure: ad esempio, innumerevoli ore di lettura extra... Ma ora è un macello: se accendo l'abat-jour sveglio il coniuge (e poveretto, non se lo merita proprio), se emigro sul divano, dopo qualche tempo, non sentendo più la mia presenza nel letto, lui mi raggiunge, mezzo sonnambulo. Non proferisce parola, ma mi appoggia la testa sulle ginocchia e, tenerello, muore. Così, come un grosso cagnone pieno d'amore, sbadigliando. Solo che la mattina ha la schiena distrutta ed è più devastato di me.

Allora ho provato a scrivere al buio. Ci riesco. Indubbiamente la grafia non è delle più comprensibili, al mattino, però mi intrattengo, produco e talvolta butto giù perfino qualche cosa di buono. Peccato che mon amour sia sensibile al rumore della penna sul foglio (sì, sospetto anche io che abbia le orecchie bioniche) e l'esito sia sempre lo stesso: si sveglia, incapace di riaddormentarsi, si contorce, si dimena. E all'alba pare che lo abbiano violentato le scimmie. Sob!

Dunque rimango a letto e può capitare che mi colga l'ispirazione per un racconto che non posso appuntarmi (e che non sempre rammento al suono della sveglia), che mi faccia un film mentale in cui sono un'esperta di arti marziali e salvo il mondo, oppure (più spesso) che mi assalgano le paranoie più varie (i demoni, le chiamo io. Di norma hanno natura lavorativa, ma possono anche essere puro delirio), che mi condannano inevitabilmente all'ansia e all'agitazione, riducendomi ad un miserabile straccio, tanto che, se, mentre mi lavo i denti, per sbaglio mi guardo allo specchio, non posso evitare di urlare...

Curarmi? Ho provato di tutto, dai rimedi naturali a quelli meno naturali... Niente da fare. Perciò mi arrendo e mi tengo l'insonnia. Senza dubbio non intendo finire come certe mie conoscenze che si addormentano con le gocce e che abbisognano di pastiglie per svegliarsi, più un paio di caffè... Indi amen, va bene così, tanto ormai ci sono abituata. Però, chiapperi, almeno non venitemi a dire quanto sono fortunata!!!

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