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martedì 3 giugno 2014

Azione pura ed incalzante


LA SIGNORINA ELSE
di Arthur Schnitzler
 
 
Di Schnitzler è noto soprattutto “Doppio sogno”, il romanzo che ha ispirato Kubrik per il suo “Eyes Wide Shut”... a me è piaciuto, ma non mi ha fulminata. “La signorina Else” invece sì.

E' un racconto, non un romanzo, e, forse per questo, è molto più incisivo: ci propone un efficace monologo interiore dal punto di vista di Else, ragazza di diciannove anni, benestante e beneducata, che, mentre è in vacanza con la zia in un ameno luogo di villeggiatura per l'alta borghesia viennese, si ritrova sulle spalle il destino della famiglia: deve procacciarsi una somma ingente entro ventiquattro ore oppure ogni cosa (dote, reputazione, futuro) sarà perduta. Come fare? Ci sarebbe una soluzione: mostrarsi ignuda ad un ricco conoscente, non proprio giovanissimo... Else è disposta? E, nel caso, andrà tutto come deve?

Naturalmente no...

E ci dispiace, ci dispiace intensamente, perché la nostra signorina ci tocca il cuore: è così vera, così vivida! La conosciamo attraverso i suoi dubbi, i suoi timori, le sue molte contraddizioni e ragionamenti: è vanesia eppure intelligente, è fragile eppure determinata, e in lei i sospiri si alternano a risoluzioni definitive... Che a loro volta conducono a continui ripensamenti, che divengono dinanzi a noi, in presa diretta, avvoltolandosi su se stessi e frantumandosi irreparabilmente... E come biasimarla? Quella di Else è una situazione impossibile, cui lei, tutto sommato, più bambina che adulta, non è proprio preparata.

Il racconto è stato pubblicato nel 1924 e ritrae un mondo ormai lontano, mantenendo però intatta la sua freschezza e la sua vis drammatica, anzi, la acuisce persino, perché oggi è probabile che ci sarebbe un maggior numero di scappatoie per questa povera fanciulla.

Un libricino che si consuma in un soffio: azione pura ed incalzante fusa con i moti dell'animo e le paure più riposte, i quali, da una riga all'altra, si stemperano nella fantasia, si arrampicano sull'illusione, precipitandoci poi in un nuovo baratro, per tornare a galla in un vacuo barlume di speranza destinato ad impantanarsi in altre ansie, considerazioni, paure... Fino a che non accade l'inevitabile, l'imprevisto, e...

E la lettura ci apparirà tanto breve proprio perché è perfetta, e dopo un primo shock si sedimenterà dentro di noi, dando il tempo alle emozioni di stabilizzarsi, di essere assimilate ed assorbite, fino a che ci renderemo conto di essere stati testimoni di qualcosa di unico, che non potremo mai dimenticare.

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