Se ti è piaciuto il mio blog


web

giovedì 19 giugno 2014

Misteri su misteri


DIECI PICCOLI INDIANI
di Agatha Christie
 
 
Il suo unico giallo che ho letto.

Non amo i gialli: il giallo è l'unico genere che non mi alletta, ma questo è davvero suggestivo, claustrofobico, stimolante, e così citato e stracitato (da Lamù a Dylan Dog) che non potevo proprio evitarmelo!

I dieci non dovevano essere indiani, ma negretti. Tuttavia, per motivi di censura, il titolo è stato adeguato. Il punto di partenza è, infatti, un'inquietante filastrocca, all'apparenza innocua (come il girotondo, a rifletterci, ove, peraltro, tutti finiscono “giù per terra”... ossia morti) in cui dieci piccoli negretti schiattano uno per uno, in modo talvolta un po' velato (“rimanendo indietro”, “facendo indigestione”, “addormentandosi”)... E' lo stesso destino inspiegabile cui vanno incontro gli ospiti di Nigger Island, salvo che alla fine il mistero viene spiegato e risolto. E che i decessi sono, naturalmente, non fatalità, ma omicidi premeditati.

Dico la verità, dal punto di vista meramente giallo (però si tenga conto che io sono una profana) la soluzione finale mi è parsa sleale nei confronti del lettore, e un po' ha avuto il retrogusto del tradimento... Del resto, è l'unica possibile, più o meno, e fornisce i debiti chiarimenti (con qualche forzatura).

A parte questo, l'idea di base mi è piaciuta molto, e così la situazione in cui si trovano gli sventurati protagonisti (gli otto ospiti più i due domestici della villa di Nigger Island, ossia l'unica abitazione in loco): non si conoscono fra loro, crepano gioiosamente seguendo la filastrocca, sapendo che ognuno può rivelarsi il potenziale assassino, indi è lecito sospettare di chiunque.

Ancora di più ho apprezzato l'assenza di un detective o di una vecchietta impicciona. Non ho niente contro Poirot o Miss Marple, semplicemente preferisco non avere professionisti/personaggi fissi fra i piedi: evito di sentirmi in colpa per il fatto di conoscerli appena (e solo grazie al cinema) e quindi di rischiare di perdere qualche sfumatura, e in più, senza punto di riferimento, l'ansia aumenta perché nemmeno noi possiamo fidarci di nessuno! E qui, di ansia, ce n'è già parecchia: i possibili assassini muoiono uno per uno, confondendoci alla grande, non c'è possibilità che qualcuno intervenga dall'esterno, non si può lasciare l'isola, e c'è pure un discorso di vendetta-punizione (una voce registrata ci informa – e informa pure loro – che gli ospiti di Nigger Island sono colpevoli e vanno castigati)... Insomma, misteri su misteri, sospetti, intuizioni, e poi pouf, si deve rielaborare ogni ipotesi da capo, perché il nostro maggiore indiziato ci lascia le penne. E guarda caso, la prima volta che il romanzo è stato pubblicato in Italia si intitolava: “E poi non rimase nessuno”, l'ultimo verso della filastrocca...

Nessun commento:

Posta un commento