ANNA
DAI CAPELLI ROSSI
di Lucy Maud Montgomery
Sì,
proprio lei: la romantica e fantasiosa orfanella che abbiamo imparato
ad amare durante l'infanzia, nell'omonimo cartone animato trasmesso
sulla Rai (a dire il vero io l'ho scoperto all'università, ma meglio
tardi che mai!)!
Non
si trattava di un soggetto originale, ma di un adattamento ispirato a
questo romanzo (noto anche come “Anna dai tetti verdi”), che
mantiene intatta la straordinaria personalità di Anna (non priva di
esagerazioni, intemperanze e magnifiche vocazioni al dramma),
permettendoci di ripercorrerne la storia con un mezzo diverso, senza
ripetizioni, con pochissime omissioni, ma con nostalgico piacere e
tanta, tanta freschezza, benché l'opera risalga alla prima decade
del 1900.
E
i punti di forza sono proprio gli stessi: la poesia di base (filtrata
anche attraverso le accurate, ma non eccessive, descrizioni della
natura), la dolcezza dell'infanzia, la visione ottimistica e
improntata alla positività della nostra eroina, i personaggi, e
quindi lei, l'irresistibile protagonista, ma anche i bei comprimari,
Matthew e Marilla, in particolare, con la loro profonda umanità e,
nel caso di Marilla, di un notevole pragmatismo, che sovente fa da
contraltare alle stravaganze di Anna.
La
trama non brilla per colpi di scena, semplicemente narra le gesta di
questa mirabile ragazzina, tanto comune, quanto eccezionale,
assegnata ad una famiglia composta da fratello e sorella (Matthew e
Marilla, appunto), i quali, però, avevano chiesto fosse affidato
loro un maschio. Ma che, comunque, affezionatisi alla piccola,
decidono ugualmente di tenerla con sé.
In
apparenza, dunque, nulla di illuminante, ma se si considerano tante
letture per l'infanzia fondate su privazioni, strazi e infelicità
varie, specie se i protagonisti sono senza genitori (si vedano
“Oliver Twist”, “Senza famiglia” & Friends), quest'opera,
in cui finalmente si dà spazio ad un percorso di crescita personale,
ai rapporti umani, e alla realtà quotidiana (che comunque pullula di
piccoli, ma importanti avvenimenti, nel nostro caso rivisti con gli
occhi dell'irrequieta ragazzina dai capelli rossi, che non riesce a
non sognare ad occhi aperti e ad immaginarsi diversa, e magari pure
con un altro nome), costituisce un'autentica ventata di gioia,
tenerezza e divertimento!
E
poi, in fin dei conti, letteratura per l'infanzia è solo
un'etichetta: io ho letto il romanzo qualche anno fa, e l'ho trovato
stupendo. E per nulla infantile.
Ma
le sorprese non sono finite (lo dico per chi accusa la mancanza
dell'anime): anche se il libro ha una fine, la storia di Anna non
termina qui, ma procede attraverso numerosi romanzi (7 + un prequel
apocrifo) che la seguono durante la vita, il matrimonio, etc. molto
oltre il “the end” imposto al cartone animato.
Per
completezza, segnalo anche il manga in tre volumi di Yumiko Igarashi
(coautrice di Candy Candy e autrice di Georgie), che suppergiù
ripropone i contenuti del primo volume della Montgomery, con in più
disegni tipici del genere shojo, con gli occhioni stellati e i fiori
che spuntano ogni due per tre.
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