INTERVISTA
COL VAMPIRO
di Anne Rice
Romanzo
horror che non sa solo di sangue, ma ha un sapore epico e sensuale,
che quasi brucia, nonostante il sesso non compaia mai. Drammatico,
emozionante, con sfumature malinconiche e velate di dolcezza, in cui
si scontrano personalità intense e si soffre, e si ama, e ci si
insegue, cercando prima di tutto la propria natura, il proprio scopo
e pure se stessi, tentando in qualche modo di sfuggire alla
solitudine, al peso schiacciante dell'eternità.
Il
vampiro diventa vero, autentico, e può essere ambiguo, amorale,
edonista e pieno di fascino, come Lestat, o equilibrato, sensibile, e
tormentato, come Louis (perché non per tutti è facile accettare di
dover uccidere per sopravvivere), ma in generale è più complesso di
come ci appare, e più complessa è la comunità dei vampiri, con le
sue regole e le sue tradizioni, ammesso che riusciamo a trovarla.
E
poi c'è Claudia, la bambina vampiro, l'unica ad essere
autenticamente terrificante, con la sua bellezza e la sua crudele
ferocia senza filtri. Non è nata così, e i bambini non dovrebbero
essere trasformati, il loro sviluppo è incompleto, e alla lunga quel
corpicino infantile può diventare una prigione, una condanna... Così
odiosamente limitante.
E
alla fine la vita eterna è soprattutto un fardello, una fatica,
perché anche se il fisico è giovane e forte, lo spirito invecchia e
non sempre riesce a tener dietro al mondo, che invece progredisce,
cambia e si evolve...
Dal
1791 agli anni '90, da New Orleans a Parigi, rievochiamo l'esperienza
del vampirismo nelle sue sconfinate possibilità, nella sua possanza
e grandezza, e nella sua tremenda dannazione, fosca e senza speranza,
in un percorso individuale e coinvolgente in cui scontiamo sulla
nostra pelle ogni ferita e ogni perdita, non solo per ciò che è, ma
altresì per quel che implica.
Un
bel romanzo, esaltato da uno stile elegante e introspettivo, con echi
gotici, forse un poco tortuoso, tendente al prolisso, ma denso,
accurato, colmo di pathos, capace di travolgerci con sentimenti
intensi e romantici (in senso storico), ricco di riflessioni
esistenziali e di verità, e non di ridicoli pruriti adolescenziali
in salsa Harmony.
Siamo
lontani anni luce dai vampiri anemici e modaioli di Stephenie Meyer,
qui respiriamo letteratura!
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