NOAH
di Darren Aronofsky
(2014)
Per
quel che ho potuto osservare le caratteristiche precipue di Aronofsky
sono la visionarietà e l'ossessione... e in questo direi che stiamo
“migliorando” (non nel senso di aumento di pregi o diminuzione di
difetti... è solo che più andiamo avanti, più il quadro
umano/psicologico globale che emerge dai suoi film è sempre meno
pessimistico). Nelle ultime pellicole, infatti, ho assistito ad un
progressivo alleggerimento della sua poetica: le visioni sono
divenute più evocative e meno allucinanti, mentre l'ossessione, pur
ancora presente, si è ridotta di molto, concedendoci, infine, anche
qualche spiraglio di luce (in “Pi greco, il teorema del delirio”,
c'era veramente da trapanarsi il cranio!).
A
parte ciò, e a parte che a tratti Noè/Russell Crowe (perfetto nel
ruolo del patriarca) sembra uno psicopatico fatto e finito
(all'inizio le sue motivazioni sono comprensibili, ma verso il finale
rasentiamo la follia...), questo film mi è piaciuto. Non è molto
diverso dal fumetto, ma ha il pregio di non essere stato diviso in
due volumi...
Inoltre,
nonostante sia estremamente lungo (138 minuti) il tempo non si
avverte e scorre via veloce, tra azione (non ce n'è poca),
evocazione, iperboli, epicità e buoni dialoghi, personaggi incisivi
e ottimi interpreti... La storia, poi, quella biblica dell'Arca (non
priva di aggiunte), è ricca di aspetti inquietanti e densi di
fascino: dagli angeli caduti alle reazioni degli umani condannati (e
la domanda: ma sono davvero tutti colpevoli? Tanti sono solo
vittime...), dalle conseguenze della loro morte (li sentiamo urlare
mentre l'acqua sale...), alle personalità dei protagonisti, e in
specie quella sofferta di Noè e quella di Matusalemme/Anthony
Hopkins, suo nonno, che a volte sembra ben più di un uomo, altre
pare un vecchietto svagato... Notevoli la fotografia, il montaggio e
le immagini in generale, specie con gli animali che arrivano in
massa, per categorie (e, a proposito, assai suggestiva l'idea che
alcuni spariscano divorati... e così il sistema ideato dalla
famiglia per addormentarli...), l'alternanza tra materialità e
suggestione incantata e il racconto sulle origini del mondo...
A
livello “filosofico” gli spunti di riflessione sono parecchi: la
colpa, naturalmente, e le sue conseguenze, la solitudine, il dovere
verso Dio (quello inflessibile del Vecchio Testamento) e la necessità
di sopravvivere... Bello, infine, il significato che assumono le
donne, la moglie di Noè/Jennifer Connelly e Ila/Emma Watson, che in
parte sono il contraltare del protagonista, in parte il suo sostegno
e la nostra voce...
Riassumendo:
la potenza del mito fusa con l'immaginazione di un grande visionario
talentuoso, colma di spesso ossessive implicazioni morali!
P.S.
E
comunque, per citare il MMP, vuoi mettere un film con il padre di
Thor, la moglie di Hulk e il padre di Superman? E c'è pure l'amica
di Harry Potter...
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