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lunedì 17 novembre 2014

Aspetti inquietanti e densi di fascino


NOAH
di Darren Aronofsky

(2014)
 
 
Per quel che ho potuto osservare le caratteristiche precipue di Aronofsky sono la visionarietà e l'ossessione... e in questo direi che stiamo “migliorando” (non nel senso di aumento di pregi o diminuzione di difetti... è solo che più andiamo avanti, più il quadro umano/psicologico globale che emerge dai suoi film è sempre meno pessimistico). Nelle ultime pellicole, infatti, ho assistito ad un progressivo alleggerimento della sua poetica: le visioni sono divenute più evocative e meno allucinanti, mentre l'ossessione, pur ancora presente, si è ridotta di molto, concedendoci, infine, anche qualche spiraglio di luce (in “Pi greco, il teorema del delirio”, c'era veramente da trapanarsi il cranio!).

A parte ciò, e a parte che a tratti Noè/Russell Crowe (perfetto nel ruolo del patriarca) sembra uno psicopatico fatto e finito (all'inizio le sue motivazioni sono comprensibili, ma verso il finale rasentiamo la follia...), questo film mi è piaciuto. Non è molto diverso dal fumetto, ma ha il pregio di non essere stato diviso in due volumi...

Inoltre, nonostante sia estremamente lungo (138 minuti) il tempo non si avverte e scorre via veloce, tra azione (non ce n'è poca), evocazione, iperboli, epicità e buoni dialoghi, personaggi incisivi e ottimi interpreti... La storia, poi, quella biblica dell'Arca (non priva di aggiunte), è ricca di aspetti inquietanti e densi di fascino: dagli angeli caduti alle reazioni degli umani condannati (e la domanda: ma sono davvero tutti colpevoli? Tanti sono solo vittime...), dalle conseguenze della loro morte (li sentiamo urlare mentre l'acqua sale...), alle personalità dei protagonisti, e in specie quella sofferta di Noè e quella di Matusalemme/Anthony Hopkins, suo nonno, che a volte sembra ben più di un uomo, altre pare un vecchietto svagato... Notevoli la fotografia, il montaggio e le immagini in generale, specie con gli animali che arrivano in massa, per categorie (e, a proposito, assai suggestiva l'idea che alcuni spariscano divorati... e così il sistema ideato dalla famiglia per addormentarli...), l'alternanza tra materialità e suggestione incantata e il racconto sulle origini del mondo...

A livello “filosofico” gli spunti di riflessione sono parecchi: la colpa, naturalmente, e le sue conseguenze, la solitudine, il dovere verso Dio (quello inflessibile del Vecchio Testamento) e la necessità di sopravvivere... Bello, infine, il significato che assumono le donne, la moglie di Noè/Jennifer Connelly e Ila/Emma Watson, che in parte sono il contraltare del protagonista, in parte il suo sostegno e la nostra voce...

Riassumendo: la potenza del mito fusa con l'immaginazione di un grande visionario talentuoso, colma di spesso ossessive implicazioni morali!

P.S.

E comunque, per citare il MMP, vuoi mettere un film con il padre di Thor, la moglie di Hulk e il padre di Superman? E c'è pure l'amica di Harry Potter...

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