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sabato 15 novembre 2014

Le ipotesi più bizzarre


SOLARIS
di Stanislaw Lem
 
 
Un classico della fantascienza fuori dal tempo, uno dei più sconvolgenti e profondi, di quelli che scavano nell'inconscio e nei segreti più riposti degli individui. Cerebrale, filosofico, ragionato, magari un po' freddo dal punto di vista del lettore (personalmente ho faticato ad empatizzare con i personaggi), ma che ti dà una vertigine mentale, una serie di scosse elettriche, e cui, ciò nondimeno, non si può non riconoscere una squisita finezza psicologica.

Siamo in una remota stazione spaziale, sopra il misterioso pianeta Solaris, fatto di liquido plasmatico dal quale periodicamente emergono strutture complicate di cui non si riesce a cogliere lo schema, né il significato. Da decenni i terrestri lo studiano per carpirne i segreti, c'è chi addirittura suppone che il pineta sia in grado di pensare, che sia vivo e dotato di volontà...

Noi arriviamo nella stazione con Kris Kelvin, psicologo incaricato di stabilire un contatto con Solaris... Solo che cominciano a capitare cose strane. Ad esempio, che ci fa a bordo Harey, la moglie di Kelvin? Ed è proprio lei? Perché a noi risulta che Harey sia morta suicida, anni fa...

E dunque questo accade: che ci ritroviamo a confrontarci con i nostri ricordi, meglio se dolorosi, e quindi con noi stessi, le nostre paure, solitudini, desideri. E questi ci mandano in crisi, ci distruggono, ci lacerano, ci fanno impazzire, assumendo le sembianza di incubi... Anche perché noi non riusciamo ad accettarli... Ma se li cacciamo, loro ritornano, e a volte reagiscono male...

Ed infatti impieghiamo un po' a capire che di questo si tratta, e in tanto ci intratteniamo con le ipotesi più bizzarre.
 
Stanislaw Lem, ritratto dal nostro vignettista.

Lo stile è alto, sofisticato, dotato di una certa ricercatezza, ma scorrevole, seppur in modo placido e misurato, incline alle descrizioni elaborate e non immediato... Talvolta inquieta, talaltra strazia o intenerisce, ma sempre centra il bersaglio, alimentando i nostri sensi di colpa e inducendoci a ragionare sul significato stesso dell'esistenza.

Un romanzo profondamente metafisico, paradossalmente oggettivo, che ci incanta e ci sferza, ci suggestiona, e che è immortale e ricco di spunti che possono ancora essere indagati e che, in parte, cambiano ad ogni rilettura.

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