SOLARIS
di Stanislaw Lem
Un
classico della fantascienza fuori dal tempo, uno dei più
sconvolgenti e profondi, di quelli che scavano nell'inconscio e nei
segreti più riposti degli individui. Cerebrale, filosofico,
ragionato, magari un po' freddo dal punto di vista del lettore
(personalmente ho faticato ad empatizzare con i personaggi), ma che
ti dà una vertigine mentale, una serie di scosse elettriche, e cui,
ciò nondimeno, non si può non riconoscere una squisita finezza
psicologica.
Siamo
in una remota stazione spaziale, sopra il misterioso pianeta Solaris,
fatto di liquido plasmatico dal quale periodicamente emergono
strutture complicate di cui non si riesce a cogliere lo schema, né
il significato. Da decenni i terrestri lo studiano per carpirne i
segreti, c'è chi addirittura suppone che il pineta sia in grado di
pensare, che sia vivo e dotato di volontà...
Noi
arriviamo nella stazione con Kris Kelvin, psicologo incaricato di
stabilire un contatto con Solaris... Solo che cominciano a capitare
cose strane. Ad esempio, che ci fa a bordo Harey, la moglie di
Kelvin? Ed è proprio lei? Perché a noi risulta che Harey sia morta
suicida, anni fa...
E
dunque questo accade: che ci ritroviamo a confrontarci con i nostri
ricordi, meglio se dolorosi, e quindi con noi stessi, le nostre
paure, solitudini, desideri. E questi ci mandano in crisi, ci
distruggono, ci lacerano, ci fanno impazzire, assumendo le sembianza
di incubi... Anche perché noi non riusciamo ad accettarli... Ma se
li cacciamo, loro ritornano, e a volte reagiscono male...
Ed
infatti impieghiamo un po' a capire che di questo si tratta, e in
tanto ci intratteniamo con le ipotesi più bizzarre.
Stanislaw Lem, ritratto dal nostro vignettista.
Lo
stile è alto, sofisticato, dotato di una certa ricercatezza, ma
scorrevole, seppur in modo placido e misurato, incline alle
descrizioni elaborate e non immediato... Talvolta inquieta, talaltra
strazia o intenerisce, ma sempre centra il bersaglio, alimentando i
nostri sensi di colpa e inducendoci a ragionare sul significato
stesso dell'esistenza.
Un
romanzo profondamente metafisico, paradossalmente oggettivo, che ci
incanta e ci sferza, ci suggestiona, e che è immortale e ricco di
spunti che possono ancora essere indagati e che, in parte, cambiano
ad ogni rilettura.
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