LA
REGINA DELLA ROSA ROSSA
di Philippa Gregory
Va
ad arricchire il bell'affresco della “Guerra dei Cugini” (cui ho
già dedicato due post. Basta cliccare sull'omonimo tag per
individuarli), relativo alla Guerra delle due Rose, iniziato
dall'autrice con “La Regina della Rosa bianca”, ed è incentrato,
questa volta, sul personaggio di Margaret Beaufort, dalle ginocchia
da santa (sic!), odiosa, arrogante, bigotta, avida e invidiosa... Dio
le parla e le dice esattamente quello che lei vuole sentire,
fomentando, guarda il caso, la sua brama di ricchezza e la sua sete
potere...
Dei
tre romanzi letti fin'ora (oltre ai due citati, “La futura Regina”,
su Anna Neville), questo vanta la protagonista più orribile.
Ma
ha il pregio di iniziare con qualche lustro in anticipo, ancora alla
Corte di Margherita d'Angiò, e di illuminarci su fatti che nelle
altre due opere sono già accaduti. Inoltre, a livello di trama, è
il più movimentato, il più interessante, quello di più ampio
respiro...
In
particolare, ho apprezzato il personaggio di Henry Stafford,
poveretto, che si è ritrovato 'sta moglie sociopatica fra le mani:
triste, ma dolce, dignitoso, e ricco di buon senso... E pure Stanley
(il terzo marito della schizzata), per quanto sgradevole... L'unico
che sappia davvero tenere testa all'invasata Beaufort!
Philippa Gregory, nella caricatura del nostro autore
Lo
stile è incalzante e pieno di passione (sia pur marchiata dal
fervore religioso della protagonista), c'è poi, verso la fine, il
ritratto rapido, ma stupendo, della Principessa Elisabetta, la figlia
di Elizabeth Woodville: e sono strepitose le descrizioni della sua
radiosità, molto vivide... E suggestive pure le brevi scene dedicate
alla stregoneria: trasmettono autentica inquietudine, pur in una
manciata di righe...
E
poi, naturalmente, c'è il piacere di scoprire la storia da un terzo
punto di vista, che ci rivela altri dettagli, i quali, ancora una
volta, ribaltano verità che credevamo acclarate completando certi
spazi rimasti vuoti.
In
sostanza, fino ad ora, è questo il romanzo della saga che ho
preferito, il più avvincente, il meno statico... Ed è paradossale
perché fra le tre donne che ci vengono presentate nelle rispettive
opere è Elizabeth, la Regina della Rosa bianca, quella che
prediligo, laddove i miei sentimenti verso Anna Neville sono
piuttosto oscillanti, mentre Margaret, per conto mio, dovrebbe
bruciare all'Inferno...
In
pratica, si può dedurre, la bellezza di ognuno di questi romanzi è
inversamente proporzionale alla simpatia della sua protagonista!
Almeno per il momento... “La Signora dei fiumi” promette bene!
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