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giovedì 27 novembre 2014

Niente sorpresa


UOMINI CHE ODIANO LE DONNE
di Stieg Larsson
 
 
Il primo tomo della trilogia Millennium, dal nome della rivista fondata dal protagonista. E a questo mi sono fermata.

Non è un brutto libro, si legge in fretta e intrattiene, il personaggio di Lisbeth Salander, la coprotagonista, è interessante, anche se non troppo originale, e ci sono alcune scene memorabili, un'ambientazione riuscita, però...

Lo stile dell'autore è meramente funzionale: fluido, scorrevole, sì, ma senza particolarità, bellezza o fascino.
 
Stieg Larsson, nella caricatura del nostro vignettista

La trama è scontata: io non sono una gran lettrice di gialli, ma non ero nemmeno a metà quando ho intuito i presunti colpi di scena... Tutti e due, quelli più importanti. Quindi niente sorpresa.

Insomma, che cosa ha fatto di questo volume un caso letterario? Non lo so, ma il più delle volte sospetto che il successo a questi livelli sia determinato soprattutto dal fatto che la basicità di tanti elementi (letterari e non) possano far breccia anche presso i non lettori, e siano proprio loro a fare la diferenza.

Tra i miei conoscenti, ad esempio, sono proprio i non lettori a tessere le lodi di questo romanzo, mentre i lettori abituali, come me, si sono fermati al primo volume, senza nutrire grande interesse per un'opera che, in fin dei conti, ha più che altro il pregio di essere molto commerciale.

Non brutta, però. Non noiosa. Non prolissa. Non pretenziosa. E meravigliosamente catartica in alcuni passaggi: perché sì, in certi punti ti provoca un'autentica rabbia, e poi ti consente di sfogarla tramite l'auspicata vendetta/giustizia.

In modo banale, magari, un po' scontato, troppo rapido e quasi pretestuoso.

Ma pazienza.

La verità è che se non me lo avessero spacciato per un capolavoro probabilmente la mia recensione sarebbe stata più indulgente. E forse avrei concluso la lettura della trilogia.

Per il resto, è soprattutto la storia di varie solitudini, determinate da motivi differenti. E come tema mi piace, ma avrebbe potuto essere affrontato in modo più introspettivo e meno superficiale.

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