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domenica 29 settembre 2013

Denso di risonanze


LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA
di Dacia Maraini

 
Soprattutto un romanzo sulla miserevole condizione della donna nell'arcaica e contraddittoria Sicilia del 1700, aberrante sotto molti aspetti, allucinante sotto altri, la cui protagonista, Marianna, nobile della famiglia Ucrìa, costretta a tredici anni a sposare il vecchio zio, tuttavia, anziché abbattersi su se stessa e ammutolire nella rassegnazione (espressione non casuale) riesce a trovare un modo per sopravvivere ed affermarsi, elevandosi al di sopra del mondo gretto e meschino che la circonda.

Il suo apparente handicap, infatti, il sordomutismo, non congenito ma sopraggiunto nell'infanzia, è dovuto ad un terribile segreto, facilmente intuibile, certo, ma che qui desta scalpore non tanto in virtù della prevedibile rivelazione -colpo di scena, quanto piuttosto per le sue implicazioni e per l'analisi puntuale – mostrata, più che argomentata – che l'opera svolge a livello sociale, storico e intimo.

Una vita lunga, dunque, quella di Marianna – come ci informa il titolo – in cui non accade nulla e succede tutto, in cui assistiamo al destino dei suoi familiari e seguiamo il suo, quello che lei decide di costruirsi, scoprendo a poco a poco che non è costretta a seguire le regole imposte dal suo ceto, e in cui i fatti sono importanti nella misura in cui assumono il suo punto di vista e con lei si confrontano.

Sotto il profilo narrativo è sicuramente un romanzo piacevole, con espressioni interessanti e garbate, uno stile scorrevole, ma puntiglioso, capace di emozionare e di suggestionare con le parole, senza limitarsi a confezionare frasi scontate, ma ricercando la bellezza in ogni vocabolo.

Breve, rapido, ma complesso, denso di risonanze, di musicalità, di dettagli fra le righe, e capace di lasciare una traccia di sé.

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