BANANA
YOSHIMOTO
Autrice
giapponese, freschissima e molto giovanile, dallo stile semplice,
immediato ed intimista, ma dal frasario ricercato, accattivante,
capace di infondere nel lettore un senso di tranquillità, di
dolcezza ed accettazione per le cose del mondo, oltre che di
permettergli di conoscere qualcosa del Giappone: non solo a livello
di usi, costumi, vocaboli e di cucina, ma anche del modo di
ragionare, di pensare, di sentire.
Spesso
parte da piccoli dettagli della quotidianità per narrarci una storia
che, seppure affrontata con calma e levità, a piccoli brani, rivela
aspetti traumatizzanti, nel passato o nel presente, toccando temi
cupi e importanti, come la morte, la malattia, la sessualità, la
solitudine, e, talvolta arrivando ad avere persino accenti
terrorizzanti, se pure poi temperati dalla personalità rassicurante
– talvolta un po' infantile – del/della protagonista.
Una
delle scene più spaventose che abbia mai letto, infatti, si trova in
uno dei suoi romanzi (purtroppo non ricordo quale) e descrive una
fanciulla che fa il bagno. Ad un tratto, dal nulla, nella vasca
compare una paperella di plastica, che lei sa essere stata (mi pare)
dei vecchi proprietari deceduti... Capisco che detto così non sembri
granché ma a me era venuta la pelle d'oca (cosa che non mi è mai
capitata con Stephen King...). Probabile ci fossero altri particolari
che mi sfuggono, comunque...
Il
suo difetto peggiore, invece, a parte il semplicismo di alcuni
passaggi logici – che però di solito risulta perdonabile – è
che le sue numerose e brevissime opere alla fine sembrino tutti
uguali. Non tanto per il ripetersi dei temi, (che sono essenzialmente
un pretesto per indagare angosce ed emozioni) quanto per l'atmosfera
sempre identica, per i personaggi che si somigliano, per l'incedere
sempre uguale della narrazione. Che apprezzo e che mi ha indotto a
leggerla parecchio, senza mai pentirmene, ma che alla lunga
disincentiva, regalando solo l'ennesima versione di se stessa.
Ad
ogni modo, quello il suo romanzo che ho preferito in assoluto è
“N.P.”, forse il più ricco di spunti. Quello che mi è piaciuto
meno è forse “Sly”.
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