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lunedì 30 settembre 2013

Shockante


Il PIANETA DELLE SCIMMIE
di Pierre Boulle

 
Classico della Fantascienza che ha ispirato film e telefilm, parzialmente diverso dal capostipite con Charlton Heston, ma comunque un capolavoro.

La breve cornice introduttiva (con i due personaggi che nello spazio recuperano il messaggio nella bottiglia – ossia sostanzialmente il romanzo – e che nel finale, scettici, si rivelano scimpanzé) è terribilmente scontata ormai (ma l'opera risale agli anni '60), tanto che non mi sono auto-censurata nemmeno lo spoiler... Tutto il resto, però, è intramontabile...

In sostanza atterriamo su questo mondo identico alla Terra in cui uomini e donne sono bellissimi (grazie all'evoluzione), ma ridotti allo stato bestiale, senza nemmeno facoltà di favella, ed infatti vengono cacciati dalle scimmie alla stregua di selvaggina. Scimmie che invece, suddivise in caste, governano il pianeta, indossano abiti, parlano e fanno esperimenti scientifici.

Il protagonista, il giornalista terrestre Ulisse Mérou, il narratore, dopo molti sforzi, riesce a farsi notare da una studiosa scimpanzé come creatura senziente, ma farsi accettare dal resto della comunità è un altro paio di maniche...

Il libro solleva molte problematiche, dando applicazione pratica (e fantasiosa) a teorie scientifiche quali la relatività e l'evoluzionismo... Mette in guardia gli uomini dall'impigrirsi troppo, specie a livello cerebrale, poiché è così che le scimmie hanno preso il sopravvento, e ci permette di immedesimarci nel prossimo sia esso “il diverso” o “l'inferiore”, invitando alla tolleranza e alla comprensione... Soprattutto, però, è coinvolgente (davvero non possiamo evitare di sentirci chiamare in causa in prima persona), fascinoso (soprattutto nelle parti relative alla descrizione della società scimmiesca e al destino dell'umanità), straniante, benché, inevitabilmente e volutamente, affligga il lettore con ondate di malessere toccando in lui corde profonde e dolorose. Shockante, ad esempio, è la sorte del Professor Antelle o di Arturo Levain, compagni di avventura di Ulisse Mérou.

Nel complesso, una lettura veloce, fluida, dallo stile asciutto, ma sovente percorso da afflati poetici. Una trama geniale e annichilente.

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