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Un
telefilm perfetto per trama, cast e montaggio. Ma soprattutto per il
montaggio, magistrale, che più ti rivela, più ti nasconde,
consumandoti nel desiderio di procedere con l'intreccio, fino allo
spasmo. La trama infatti non è presentata linearmente, ma con
continui salti temporali, in cui spesso viene riproposta la stessa
scena, ma arricchita di uno o più elementi fondamentali, che non
mancano, ogni santa volta, di folgorarti.
Non
è il mio genere, siamo al cospetto di una sorta di legal thriller, e
tuttavia è una capolavoro a base di suspence e colpi di scena, in
cui nulla è come sembra e basta che si aggiunga un particolare
perché i valori si ribaltino e le prospettive si invertano.
Inizia
con una fanciulla coperta di sangue (Rose Byrne), che sia aggira per
le strade di New York mezza nuda e mezza sconvolta, la quale viene
fermata dalla polizia. A questo punto facciamo marcia in dietro e
scopriamo chi è: Ellen Parsons, brillante neolaureata in
giurisprudenza che si affaccia al mondo del lavoro e che è disposta
a rinunciare all'occasione di entrare nel prestigioso studio legale
dell'avvocato Patty Hewes pur di presenziare al matrimonio della
sorella. E tuttavia, nello studio di Patty, ci entrerà lo stesso...
I
due personaggi femminili sono molto forti, e tutto il telefilm, sin
dalla prima puntata, è incentrato su un teso contrasto fra le
protagoniste, che oscillano fra l'ammirazione reciproca e il
conflitto, implicito o dichiarato. All'inizio Ellen apparirà assai
svantaggiata rispetto alla collega più navigata e più cinica, ma
presto imparerà a farsi valere, perdendo la sua patina di ingenuità
e dolcezza, e anche il loro rapporto ne uscirà arricchito,
complicandosi e acquistando spessore.
Ogni
stagione corrisponde ad un caso civile (la classica class action
americana, spesso frammista a risvolti penali), e coinvolgerà le due
donne anche a livello personale, ma senza indulgere troppo su aspetti
romantici, piuttosto su buoni sentimenti quali l'odio, il desiderio
di rivalsa, sfide di intelligenza, complotti...
Tra
i molti pregi della serie si è menzionato il cast, che, a parte le
splendide protagoniste (peccato per il tremendo posteriore della pur
graziosa Byrne, evidentemente affetta da callipigia: ma dalla seconda
stagione il regista evita saggiamente di inquadrarlo), bravissime,
intense, e capaci con uno sguardo di passare dall'amabilità
all'incenerimento dell'interlocutore, (e va bhe, Glenn Close spopola,
ma anche la piccola Rose se la cava benone), vanta attori del calibro
di Ted Danson, William Hurt, Marcia Gay Harden, solo per citarne
alcuni.
Per
ora le stagioni ammontano a cinque (io al momento ho visto solo le
prime tre, perché le ultime due sono state trasmesse nel nostro idioma solo nella Svizzera Italiana) e constano di una decina di episodi ciascuna (tra 13 e
10), ma la più bella, la più efficace e fulminante è sicuramente
la prima (nel prosieguo, in effetti, le trame si fanno meno
avvincenti e il sistema narrativo stanca un po', cominciando a
ristagnare, ma restano pur sempre un prodotto valido e comunque
superiore alla media dei telefilm in circolazione). Da non perdere.
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