LONE
WOLF & CUB
di Kazuo Koike e Goseki Kojima
Manga
magistrale per testi e per disegni che esprime la “nipponicità”
nel suo sentire più profondo, più tradizionale, con un senso della
dignità e dell'onore che magari non coincidono con i nostri, ma che
a poco a poco impariamo a comprendere e a lodare.
Senza
esagerare, il migliore che abbia mai letto.
Siamo
nel Giappone feudale, il nostro protagonista, Ogami Itto, è un ronin
che viaggia in cerca di ingaggi (da killer) con il figlioletto
Daigoro, un bimbo di tre anni. Presto però scopriamo che non è solo
questo, ma un uomo incorrotto, integro, giusto e nobile, oltre che
pressoché imbattibile, specie con la spada, e ricco di risorse di
ogni tipo, che ha perso tutto a causa di una falsa accusa e che
quindi medita vendetta contro il clan responsabile, quello degli
infami Yagyu. Anche il suo cucciolo, Daigoro, avrà più volte modo
di sorprenderci per la sua dolcezza, per la sua dignità, ma anche
per le sue insospettabili doti guerresche.
Il
fumetto è davvero violento, crudo, sanguinoso, con combattimenti
spettacolari e molto variegati, curatissimi nelle inquadrature e nel
montaggio, che però non sono mai privi di significato, e che spesso
esaltano sentimenti positivi quali la pietà e la devozione. Ci offre
uno spaccato dettagliato del Giappone del XVII secolo, indagando le
sue abitudini a qualunque livello sociale e la sua “filosofia”,
il suo sistema di pensiero, riuscendo nella non facile impresa di
trasmettercelo e fornirci gli strumenti per capirlo attraverso una
ricostruzione storica impeccabile quanto precisa.
Il
taglio è cinematografico, rapidissimo, con molti silenzi alternati a
dialoghi intensi e poetici, vedute paesaggistiche che richiamano
riflessioni esplicitate o implicite, e scoppi improvvisi, duelli
mortali, battaglie epiche...
I
personaggi sono ben delineati, ed estremamente espressivi: in
principio appaiono freddi, distaccati, ma quando si apprendono le
loro motivazioni, i loro valori, e si comincia ad entrare nella loro
ottica è impossibile non tributar loro semplice e adorante
ammirazione, fino ad amarli per la loro incommensurabile grandezza e
coerenza.
L'opera,
scritta negli anni '70, consta di ventotto volumi di circa 300 pagine
ciascuno, suddivisi in episodi, di cui alcuni indipendenti, altri
(sempre di più proseguendo nella lettura) legati dalla continuity,
tutti appassionanti e godibilissimi.
Nel
complesso, un classico, un capolavoro inarrivabile più bello (e più
adulto e complesso e stratificato) di “Vagabond” e de
“L'immortale”, che pure apprezzo tantissimo.
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