IL
VECCHIO E IL MARE
di Ernest Hemingway
In
questo romanzo brevissimo, che si legge d'un fiato, non c'è nulla di
superfluo: non si sprecano parole, i personaggi sono due soltanto e
la trama è essenziale. Ma è così autentico, così vero, che
contiene l'oceano in sé e l'uomo, con le sue contraddizioni e le sue
verità.
Lo
stile è asciutto, semplice, quasi scabro, e tuttavia profondamente
armonioso, con afflati di liricità indimenticabili.
Un
capolavoro.
L'elemento
che ho apprezzato di più, però, è il rapporto tra Santiago, il
vecchio, appunto, e il giovane Manolin, suo compagno di pesca,
percorso da affetto, dignità e rispetto, ma che spesso stringe il
cuore.
Il
vecchio è vecchio davvero, non tanto anagraficamente, quanto
piuttosto perché ogni cosa in lui lo esprime, logora, riarsa,
scavata, e perché c'è un perenne senso di sconfitta in lui,
sottolineato dal fatto che pare colpito dalla maledizione, dato che
già nell'incipit si evidenzia che è da ottantaquattro giorni che
ormai non prende un pesce. E' povero, non ha pressoché nulla, salvo
il proprio orgoglio, l'amicizia del ragazzino, e... il Marlin.
E
Santiago riesce a pescarlo. Sembra incredibile, ma ce la fa: da solo,
in mare aperto, compiendo un'impresa titanica... Ma i suoi sforzi non
finiscono qui, perché il pesce è enorme e deve portarlo a riva...
Dunque si alternano e compenetrano riflessioni e fatiche, il
confronto fra l'uomo e la natura, e fra l'uomo e se stesso, sino ad
arrivare alla fine, intensa, drammatica, autentica, diversa, magari,
da quella che ci si sarebbe aspettati, ma che è così piena di
significato e di realtà, così lontana da ogni inganno, che non si
può che amare.
Il
marlin non è Moby Dick: non è il male, non è allegoria, il marlin
è solo il marlin, e Santiago è solo un vecchio pescatore. Non ci
sono simboli nascosti, riferimenti biblici, la storia è quella che
è.
Ma
basta. Basta eccome.
Ed
è pura accecante bellezza, emozione e verità esistenziale.
Anche a me è piaciuto tantissimo! Primo libro in assoluto che è riuscito ad emozionarmi, fin quasi a commuovermi quando il ragazzo trova il vecchio, che dorme, stremato, e lo ricopre di attenzioni, semplici come un caffè caldo, ma per questo genuine. Mi è piaciuto tutto il libro in realtà e condivido tutto quello che hai scritto tu. E sullo sfondo un'altra cosa inconsciamente mi ha colpito: all'inizio del libro il ragazzo abbandona il vecchio su "caldo invito" dei propri genitori che vendono in Santiago una persona sfortunata e perdente; solo pochi giorni dopo, però, quando il vecchio torna da questa nuova avventura, il ragazzo decide di tornare col vecchio, letteralmente infischiandosene del parere dei genitori fino a poco prima ritenuto fondamentale. Credo che quest'esperienza abbia fatto crescere anche il ragazzo, ormai è diventato un uomo e può percorrere la "sua" strada affrancandosi dai genitori. Concludendo: stupendo!
RispondiEliminaChe bel commento! Grazie!
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