AMERICAN
PSYCHO
di Bret Easton Ellis
Violento,
crudo, eccessivo, efferato, disturbante. Folle (la scena della
pantegana e della vagina con il formaggio mi è rimasta scolpita in
testa a distanza di millenni).
Il
lato oscuro dello yuppie anni '80 che sotto i prodotti per la faccia
nasconde solo il vuoto sospinto, specchio del malessere di una
società senza valori, o meglio con valori privi di sostanza,
superficiali, che sono pura esteriorità, come il conto in banca o il
fisico palestrato... In cui persino i rapporti umani sono mera
convenzione, senza sentimento e senz'anima, portati avanti perché
questa è la normalità e in qualche modo il mondo ce la impone (ad
esempio, si vedano le relazioni di Patrick, il nostro protagonista,
con la fidanzata e con l'amante... Una via di salvezza forse ci
sarebbe, con la segretaria, verso cui nutre qualcosa di autentico,
che forse è amore, chissà, ma, ahimè, il fiore non viene colto)...
Per
cui, alla fine, assurdamente, la violenza è davvero l'unica via di
fuga, la sola per affermare se stesso al di là dei capi firmati...
Ed ecco perché deve essere così feroce, raccapricciante,
distruttivo, ed ecco a che cosa è dovuto quel senso di impunità che
permea il romanzo: perché, in questa accezione, la violenza è quasi
un diritto, se non addirittura un dovere.
Ed
in fondo, nonostante tutto il male che pone in essere, Patrick
Bateman non è cattivo, per niente... E' soltanto amorale.
E
questo, naturalmente, rende il quadro ancora più destabilizzante e
straniante e tragico.
E
lo stile? Com'è lo stile? Lo stile è brutto, chirurgico, senza
bellezza, senza pathos, vuoto, maniacale, didascalico. Ovvero l'unico
possibile, quindi, Bret, complimenti anche per questo.
Del
resto, prima di arrivare alla parte violenta, l'autore ci esaspera
q.b. con capillari descrizioni di prodotti estetici e abbigliamento
griffato che a volte, più che ad un romanzo, fanno pensare a meri
elenchi.
Personalmente
questo libro mi è piaciuto molto, anche se certo non lascia
sensazioni piacevoli e non è consigliato a persone impressionabili.
Anche perché, sinceramente, è molto probabile che vi impressioni
comunque. E non poco.
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