LE
ORE
di
Michael Cunningham
Romanzo
breve e intenso in cui tre vicende, apparentemente slegate,
compongono invece un unico affresco incentrato su Virginia Wolf (cui
si fa omaggio sin dal titolo atteso che “The Hours” era “la
prima stesura” di “Mrs Dalloway”).
Si
narra della scrittrice e della sua depressione, che la condurrà al
suicidio; si narra della apparentemente perfetta casalinga anni '50,
Laura Brown, che leggendo la Woolf si deciderà a affrancarsi dalla
sua prigione dorata, ed infine di Clarissa, editor newyorkese, simile
al personaggio della Woolf, Mrs Dalloway, e così soprannominata, che
deve affrontare la malattia del suo migliore amico...
La
storia, però, alla fine è una, e parla della letteratura come fonte
di riscatto e di significato. Le trame si annodano, si sovrappongono,
a volte scopriamo che sono una la prosecuzione dell'altra, anche se
non sempre i fili che le uniscono sono perfettamente coincidenti: nel
tempo, a volte, qualcosa si sfalda, si perde o si sfasa, e questo
rende la narrazione ancora più vera.
Un
romanzo profondo, introspettivo, ricco di echi, in cui le cose non
vengono dette, ma mostrate, cose che possono assumere sfumature
diverse a seconda dello stato d'animo del lettore e che spesso, come
nella vita reale, sono drammatiche, se non tragiche.
La
struttura è perfetta, con un finale che unisce i puntini, i
personaggi credibili, bellissimi, si riflettono l'uno nell'altro,
mentre la scrittura, essenziale senza essere spoglia, è densa di
atmosfere, percorsa da riflessioni intime e da attimi di autentica
poesia...
Ho
letto altri romanzi di Cunningham ma nessuno così eccelso, ed anzi
altri, pur complessivamente gradevoli, mi sono risultati un po' lenti
(“Giorni Memorabili”), e a tratti (“Una casa alla fine del
Mondo”) persino vagamente dispersivi.
Da
questo gioiello è stato tratto il film con Nicole Kidman, Susan
Sarandon e Meryl Streep, splendidamente realizzato.
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