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giovedì 10 ottobre 2013

Spacciato come giallo


IL BIRRAIO DI PRESTON
di Andrea Camilleri

 
Un romanzo curioso, divertente e godibilissimo che si può cominciare dalla fine come da metà (o dal principio, se proprio si vuole...), in cui ogni incipit reinterpreta quello di un capolavoro della letteratura mondiale, e la cui trama si compone poco a poco, di tassello in tassello, colmando lacune e offrendo spiegazioni per fatti inspiegabili, ricalcati da verità storiche locali...

In effetti, la caratteristica più notevole è proprio il montaggio magistrale, anche se ragguardevoli (e forse più preziosi) sono altresì lo spaccato del mondo siciliano e vivacissimo di fine '800, le varie macchiette: toscane, lombarde etc. (e il relativo scontro di mentalità), la strabordante vis comica dell'autore, lo stile impregnato di dialetto, ma immediato e di facile lettura, e l'amaro e l'assurdo fusi insieme in una farsa ridicola, che però, come spesso avviene in Camilleri, riecheggia anche la denuncia sociale...

Invero, “Il birraio di Preston” che dà il titolo al romanzo è un'opera lirica che il prefetto toscano di Montelusa vorrebbe far rappresentare nel nuovo teatro di Vigàta... I Vigàtesi però si oppongono, ma il prefetto si incaponisce...

Seguiranno: incendi, colpi di moschetto, romanticismo e drammi...

Spacciato come giallo, è invece narrativa. Della più gustosa, breve e incisiva.

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