JOANNE
HARRIS
Le
caratteristiche costanti della sua opera sono la magia (nei suoi
innumerevoli aspetti ed accezioni, con toni sommessi o preponderanti,
a seconda) e la passione per l'arte culinaria. A tratti sembra non di
leggere, ma di degustare: si avverte un vero e proprio risveglio dei
sensi, ci si ingolosisce, e persino il profumo del pane, nelle
puntigliose ma sorprendenti descrizioni della Harris, è capace di
estasiare... Non parliamo delle crostate, della marmellata o del
cioccolato...
I
sapori vengono indagati in ogni aroma, retrogusto, emozione, nelle
loro armonie e nei sottili contrasti, che magari arrivi a cogliere
per la prima volta.
Questi
elementi, abilmente mescolati, contribuiscono a creare un'atmosfera
intensa, viva e seducente. Affascinante, ma anche trionfante di
passione, in cui i sentimenti sono spesso assoluti, nel bene e nel
male, obnubilanti, e ogni gesto contiene echi, colori, sapori e
conseguenze.
Seppur
abbondino le descrizioni, sostenute da una notevole ricchezza
verbale, in cui risonanze e sfumature si sovrappongono,
impreziosendosi e sorprendendo, lo stile risulta scorrevole, ma
coinvolgente e caldo, guizzante, estremamente femminile, con un
non-so-ché di carezzevole, di setoso, che ti avvicina alla bellezza
e ti permette di... assaggiarla.
Spesso
c'è il confronto tra due personaggi opposti di cui viviamo il punto
di vista, e sempre ci sono segreti da svelare, alcuni piccoli, altri
importanti, intrecciati o tangenti, che creano tensione, aspettativa,
e si sviluppano in avvincenti colpi di scena.
Le
protagoniste sono quasi sempre donne forti, libere, ed
anticonvenzionali, che devono affrontare prove difficili. Le trame
però presentano una certa varietà, nonostante gli elementi
ricorrenti, e talvolta sfociano nel gotico, se non addirittura nel
claustrofobico.
Tra
i suoi romanzi, il più bello è senz'altro “Cinque quarti
d'arancia”, assai più complesso di “Chocolat”, che pure è tra
i miei preferiti (i due seguiti, invece “Le scarpe rosse” e “Il
giardino delle pesche e delle rose”, sono meno convincenti,
nonostante il piacere di ritrovare vecchi personaggi) insieme a “La
spiaggia rubata”, il primo che ho letto, cui sono particolarmente
affezionata.
Non
male “La scuola dei desideri”, per quanto cupo, mentre meno
brillanti, seppur complessivamente piacevoli, risultano, ad esempio:
“La donna alata”, “Le parole segrete”, “Vino patate e mele
rosse”, “Il fante di cuori e la dama di picche”, laddove,
invece “Profumi giochi e cuori infranti”, non un romanzo, ma
un'antologia di racconti, rivela lati inediti e curiosi dell'autrice.
Buona
(e gustosa) lettura.
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