EXCALIBUR
di Bernard Cornwell
E'
un romanzo che ho letto secoli fa, all'epoca diviso in cinque volumi
– scritti tipo in corpo 16, con un quantitativo assurdo di spazio
ai margini, e un grande spreco di carta – in una delle bieche
operazioni commerciali della Mondadori (che odio particolarmente per
come sta massacrando le “Cronache del ghiaccio e del fuoco” di
Martin).
Mi
era piaciuto da matti...
Il
tema è inflazionato, d'accordo, ma qui è indagato da una
prospettiva un po' insolita, con un sacco di personaggi nuovi,
superbamente caratterizzati, e un'interpretazione nuova e convincente
dei protagonisti classici (Ginevra, Nimue, e Lancillotto sopra
tutti): più umani, più realistici, e che hanno il pregio di
evolversi e cambiare in modo coerente, a seconda delle esperienze che
affrontano...
La
narrazione è avvincente, appassionante, e arriva dritta al cuore;
cupa in certi punti e commovente in altri... Però l'opera è scritta
bene, in modo semplice, ma non scarno (a differenza di quell'abominio
de “Il grande romanzo di Ramses”, ovvero l'inutile coacervo di
banalità pseudostoriche e paternalistiche che la Mondadori ci aveva
propinato nella stessa confezione di Excalibur, appena qualche
settimana prima) ed è percorsa da tocchi di realismo che avevo
trovato mirabili (ad esempio, i soldati che si ubriacano prima di
iniziare una battaglia, per vincere il terrore).
Per
completezza aggiungo che ho letto qualche altro romanzo di questo
autore, ma non ne ho apprezzato nessuno allo stesso modo: quelli
legati al ciclo di Sharpe mi sono parsi scontatelli e costruiti a
tavolino, così come “L'arciere del re”... Gli ingredienti sono
gli stessi – personaggi ben caratterizzati, una bella ambientazione
storica, uno stile veloce e scorrevole, condito con eroismo,
violenza, e un pizzico di sensualità – però amalgamati in fretta,
nella ripetizione sempre uguale della medesima ricetta, ma questa
volta senza passione, senza magia, con un pizzico di
autocompiacimento – sgradevole – e troppe scene prevedibili. In
due parole: godibili, ma troppo commerciali per essere davvero amati.
Decisamente
migliore (rispetto a questi ultimi, ma assolutamente non a
“Excalibur”) “Stonehenge”, i cui protagonisti però non mi
hanno conquistato.
Nessun commento:
Posta un commento