Se ti è piaciuto il mio blog


web

sabato 27 aprile 2013

Una lettura da treno, pensata per il cellulare...


OSAMA GAME – Il Gioco del Re

(di Nobuaki Kanazawa, uno dei protagonisti... Sic!)

 
Era davvero da tanto che non mi imbattevo in qualcosa di scritto in modo così osceno: dialoghi fasulli, personaggi incolore all'insegna della banalità e dello stereotipo, retorica spicciola e imbarazzante, totale assenza di pathos, insulsaggini di contorno, passaggi inverosimili, ragionamenti fondati sul nulla...

Però, bisogna ammetterlo, il libro ti prende: l'incipit è geniale nella sua semplicità, e lo stile, privo di qualsivoglia bellezza, è diretto e rapido.

Si comincia con un elenco di 32 nomi, corrispondente al registro di classe di un liceo giapponese, e poi una mail contenente un ordine ed inviata contemporaneamente sul cellulare di ogni alunno.

Non ci si può ritirare, non si può disobbedire.

Questo è il Gioco del Re.

All'inizio le richieste sono esaudibili, un bacetto qua, una leccata di piede là... e vengono accolte come un diversivo e assecondate.

Peccato che presto trascendano e arrivino a oltrepassare i limiti (tutti), peccato che la punizione sia la morte, peccato che a volte sia preferibile quella alla cieca obbedienza...

Non si sa chi sia il Re, ma è sadico, crudele, pare onnipotente e onnisciente, e fa leva sulle pulsioni più abbiette degli allievi.

C'è chi si oppone rivelando una certa nobiltà di intenti, ma la maggior parte pensa solo alla propria sopravvivenza e non si fa scrupoli o cerca di attuare vendette ai danni dei compagni...

Trattasi di una “lettura da treno”, pensata per il cellulare, che non ti arricchisce, non ti entusiasma, ma che indubbiamente intrattiene, e che comunque implica, suo malgrado, riflessioni interessanti sui meccanismi della mente e sull'animo umano.

Però non illudetevi: il romanzo può fornire degli spunti, ma non scende in profondità, rimane in superficie... In realtà, non mancano le velleità in tal senso, ma i risultati sono penosi, al limite dell'umorismo involontario, e risultano artefatti e noiosi. Che diamine! Persino i momenti horror sono scadenti: fini a sé stessi, senza tensione, senza partecipazione emotiva... Del resto, non ti importa niente dei personaggi, anzi! Ti auguri che crepino il più in fretta possibile nella speranza di risolvere prima il mistero! ...Solo che la vicenda non si conclude, accipigna! La fine è piuttosto sibillina, lascia un sacco di interrogativi in sospeso, ne crea di nuovi, e presuppone un bel “continua”...

Amen.

Io, nonostante tutto (che è un bel po' di roba), attenderò il seguito.

P.S.

Segnalo un fatto che mai mi è capitato prima d'ora: non so se sia a causa dell'inchiostro o di qualche colla a base di succhi gastrici alieni, ma per le prime cinquanta-sessante pagine il libro mi ha provocato persistente fastidio agli occhi e pizzicore al naso. E' un fatto così insolito che ci ho messo un po' ad individuarne la causa, all'inizio ero convinta di doverla ricercare in giro (ero sul treno), ma dopo qualche verifica empirica ho realizzato!

Non so... Sono tutt'ora perplessa... E ormai assuefatta.

Preciso che ho sottratto il romanzo al mio venditore di fiducia appena è arrivato il corriere, costringendolo ad aprire subito il pacco in consegna e a darmi immediatamente il suo contenuto... Quindi il problema è senz'altro legato alla casa editrice (Panini Comics).

Sfortuna, caso, o un tentativo per sterminare i nerds (come me)? Ai posteri l'ardua sentenza.

2 commenti: