OSAMA
GAME – Il Gioco del Re
(di
Nobuaki Kanazawa, uno dei protagonisti... Sic!)
Era davvero
da tanto che non mi imbattevo in qualcosa di scritto in modo così
osceno: dialoghi fasulli, personaggi incolore all'insegna della
banalità e dello stereotipo, retorica spicciola e imbarazzante,
totale assenza di pathos, insulsaggini di contorno, passaggi
inverosimili, ragionamenti fondati sul nulla...
Però,
bisogna ammetterlo, il libro ti prende: l'incipit è geniale nella
sua semplicità, e lo stile, privo di qualsivoglia bellezza, è
diretto e rapido.
Si comincia
con un elenco di 32 nomi, corrispondente al registro di classe di un
liceo giapponese, e poi una mail contenente un ordine ed inviata
contemporaneamente sul cellulare di ogni alunno.
Non ci si
può ritirare, non si può disobbedire.
Questo è il
Gioco del Re.
All'inizio
le richieste sono esaudibili, un bacetto qua, una leccata di piede
là... e vengono accolte come un diversivo e assecondate.
Peccato che
presto trascendano e arrivino a oltrepassare i limiti (tutti),
peccato che la punizione sia la morte, peccato che a volte sia
preferibile quella alla cieca obbedienza...
Non si sa
chi sia il Re, ma è sadico, crudele, pare onnipotente e onnisciente,
e fa leva sulle pulsioni più abbiette degli allievi.
C'è chi si
oppone rivelando una certa nobiltà di intenti, ma la maggior parte
pensa solo alla propria sopravvivenza e non si fa scrupoli o cerca di
attuare vendette ai danni dei compagni...
Trattasi di
una “lettura da treno”, pensata per il cellulare, che non ti
arricchisce, non ti entusiasma, ma che indubbiamente intrattiene, e
che comunque implica, suo malgrado, riflessioni interessanti sui
meccanismi della mente e sull'animo umano.
Però non
illudetevi: il romanzo può fornire degli spunti, ma non scende in
profondità, rimane in superficie... In realtà, non mancano le
velleità in tal senso, ma i risultati sono penosi, al limite
dell'umorismo involontario, e risultano artefatti e noiosi. Che
diamine! Persino i momenti horror sono scadenti: fini a sé stessi,
senza tensione, senza partecipazione emotiva... Del resto, non ti
importa niente dei personaggi, anzi! Ti auguri che crepino il più in
fretta possibile nella speranza di risolvere prima il mistero!
...Solo che la vicenda non si conclude, accipigna! La fine è
piuttosto sibillina, lascia un sacco di interrogativi in sospeso, ne
crea di nuovi, e presuppone un bel “continua”...
Amen.
Io,
nonostante tutto (che è un bel po' di roba), attenderò il seguito.
P.S.
Segnalo un
fatto che mai mi è capitato prima d'ora: non so se sia a causa
dell'inchiostro o di qualche colla a base di succhi gastrici alieni,
ma per le prime cinquanta-sessante pagine il libro mi ha provocato
persistente fastidio agli occhi e pizzicore al naso. E' un fatto così
insolito che ci ho messo un po' ad individuarne la causa, all'inizio
ero convinta di doverla ricercare in giro (ero sul treno), ma dopo
qualche verifica empirica ho realizzato!
Non so...
Sono tutt'ora perplessa... E ormai assuefatta.
Preciso che
ho sottratto il romanzo al mio venditore di fiducia appena è
arrivato il corriere, costringendolo ad aprire subito il pacco in
consegna e a darmi immediatamente il suo contenuto... Quindi il
problema è senz'altro legato alla casa editrice (Panini Comics).
Sfortuna,
caso, o un tentativo per sterminare i nerds (come me)? Ai posteri
l'ardua sentenza.
Devono essere i succhi gastrici alieni ... ci son cose stranissime nell'Ottamondo!
RispondiEliminaMa anche fuori!!!
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