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martedì 23 aprile 2013

Un artista e un visionario...


CLIVE BARKER

E' uno scrittore che mi piace, ma in modo altalenante, e senza eccessi, quindi non so quali meccanismi mentali mi abbiano indotta a dedicarmi a lui, oggi, e non ad autori che finora ho trascurato, ma che amo di più e che magari ho letto più di recente... Non so, magari sono stata drogata. Oppure è l'ispirazione... Boh! Comunque...


Spesso Barker viene accostato a Stephen King, ma non ne capisco il motivo dato che,a parte l'etichetta horror (che a King calza davvero stretta e anche per Barker a volte è limitante), in comune hanno ben poco... King è uno scrittore, Barker un artista e un visionario, che già che c'è scrive pure dei libri... E alcuni sono davvero belli, ma in modo completamente diverso da King...

Se il Re è un letterato, bravissimo a costruire i personaggi e a renderli reali, con capacità di scrittura divine e un notevole talento per le storie, Barker è uno che ha il potere di spalancare le porte dell'Inferno (o del Paese delle Meraviglie, a volte) e tornare indietro a riferire che cos'ha visto, riuscendo a descriverlo in modo che anche tu lo veda, magari bruciandoti un po' le pupille. In effetti, rispetto a King, Barker è assai più sadico e ha un gusto per la violenza molto più smaccato. Ma anche una maggiore potenza immaginativa. E’ proprio questo che mi ha sempre colpito di lui: la capacità di vedere, di materializzare interi mondi, popoli, creature... King racconta, narra, analizza, Barker ti lascia a bocca aperta.

Come scrittore preferisco King, forse perché mentre lo leggo, a prescindere dalla trama, mi sembra che mi abbracci e mi protegga dai mali del mondo, mentre con Barker ho più la sensazione di essere sodomizzata... Ma non sempre.

Spaziando un po’ tra le sue opere quella che ho preferito è senz'altro “Cabal” che colpisce per forza immaginativa (come sempre), ma che denota anche sofferta sensibilità... Purtroppo l'avevo letto alle medie e non ricordo tantissimo, ma so che mi erano piaciuti sia personaggi sia la trama e che ho impiegato un po' per trovare un romanzo che mi legasse a sé allo stesso modo. E poi “Galilee”, molto d'atmosfera, poetico e percorso da una punta di nostalgia, più fantastico che horror, molto sensuale. Anche “La Casa delle Vacanze” mi aveva appassionato: è per ragazzi, ma, chissà perché, spesso sono questi librini da leggere sotto i dodici anni a farmi più paura! Lo avevo prestato anche al Ragno, quando aveva l'età giusta, ed era rimasto entusiasta! Un altro fra i miei preferiti è “Schiavi dell’Inferno”, brevissimo ed essenziale, l'unico, forse (ma li ho letti a distanza di parecchi anni l'uno dall'altro, quindi il mio cervello potrebbe commettere omissioni o produrre false memorie) ad avermi colpito per la perfezione stilistica e lo splendore di certe descrizioni. Poi ci sono i libri di sangue, mirabili per la creatività e belli truci. Concludo menzionando ancora “Abarat”, che è una saga per picculi, carina e fiabesca, con dei disegni stupendi, opera dello stesso Barker.

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