CLIVE
BARKER
E'
uno scrittore che mi piace, ma in modo altalenante, e senza eccessi,
quindi non so quali meccanismi mentali mi abbiano indotta a dedicarmi
a lui, oggi, e non ad autori che finora ho trascurato, ma che amo di
più e che magari ho letto più di recente... Non so, magari sono
stata drogata. Oppure è l'ispirazione... Boh! Comunque...
Spesso Barker viene accostato a Stephen King, ma non ne capisco il motivo dato che,a parte l'etichetta horror (che a King calza davvero stretta e anche per Barker a volte è limitante), in comune hanno ben poco... King è uno scrittore, Barker un artista e un visionario, che già che c'è scrive pure dei libri... E alcuni sono davvero belli, ma in modo completamente diverso da King...
Se
il Re è un letterato, bravissimo a costruire i personaggi e a
renderli reali, con capacità di scrittura divine e un notevole
talento per le storie, Barker è uno che ha il potere di spalancare
le porte dell'Inferno (o del Paese delle Meraviglie, a volte) e
tornare indietro a riferire che cos'ha visto, riuscendo a descriverlo
in modo che anche tu lo veda, magari bruciandoti un po' le pupille.
In effetti, rispetto a King, Barker è assai più sadico e ha un
gusto per la violenza molto più smaccato. Ma anche una maggiore
potenza immaginativa. E’ proprio questo che mi ha sempre colpito di
lui: la capacità di vedere, di materializzare interi mondi, popoli,
creature... King racconta, narra, analizza, Barker ti lascia a bocca
aperta.
Come
scrittore preferisco King, forse perché mentre lo leggo, a
prescindere dalla trama, mi sembra che mi abbracci e mi protegga dai
mali del mondo, mentre con Barker ho più la sensazione di essere
sodomizzata... Ma non sempre.
Spaziando
un po’ tra le sue opere quella che ho preferito è senz'altro
“Cabal” che colpisce per forza immaginativa (come sempre), ma che
denota anche sofferta sensibilità... Purtroppo l'avevo letto alle
medie e non ricordo tantissimo, ma so che mi erano piaciuti sia
personaggi sia la trama e che ho impiegato un po' per trovare un
romanzo che mi legasse a sé allo stesso modo. E poi “Galilee”,
molto d'atmosfera, poetico e percorso da una punta di nostalgia, più
fantastico che horror, molto sensuale. Anche “La Casa delle
Vacanze” mi aveva appassionato: è per ragazzi, ma, chissà perché,
spesso sono questi librini da leggere sotto i dodici anni a farmi più
paura! Lo avevo prestato anche al Ragno, quando aveva l'età giusta,
ed era rimasto entusiasta! Un altro fra i miei preferiti è “Schiavi
dell’Inferno”, brevissimo ed essenziale, l'unico, forse (ma li ho
letti a distanza di parecchi anni l'uno dall'altro, quindi il mio
cervello potrebbe commettere omissioni o produrre false memorie) ad
avermi colpito per la perfezione stilistica e lo splendore di certe
descrizioni. Poi ci sono i libri di sangue, mirabili per la
creatività e belli truci. Concludo menzionando ancora “Abarat”,
che è una saga per picculi, carina e fiabesca, con dei disegni
stupendi, opera dello stesso Barker.
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