BOBO
E TEDDY
Sono
due orsetti di peluches, brutti come il peccato, che mio fratello
Ragno aveva adottato quando era piccolo (ma non così tanto piccolo,
diciamo sugli 8-9 anni), mosso a pietà visto che non li amava
nessuno.
Alti
due Puffi e una testa di gnomo (tre mele o poco più), magrolini –
ma Teddy è un po' più ciccioletto – un po' vintage, con il
musetto appuntito, e l'aria depressa e malaticcia.
In
realtà, Bobo ha anche un occhio rotto, riparato alla bell'e meglio
con la colla, ed entrambi vantano un discreto numero di arti staccati
e poi ricuciti.
Ad
ogni modo, il Ragno gli si era affezionato da morire, li aveva dotati
di personalità psicotica, vocina irritante, guardaroba e accessori,
ma anche di mail, account Facebook e di un blog, in cui gli orsetti
raccontavano le loro vicissitudini: tipo essere centrifugati in
lavatrice e poi appesi a testa in giù.
Non
sono tanti i giocattoli che vengono amati così e assumono un ruolo
tanto importante, specie dopo che il pargolo ha superato l'età
prescolare.
Bobo
e Teddy hanno finito per divenire parte della mia famiglia,
partecipando a pranzi di Natale e feste di compleanno, commentando
ogni volta la qualità dei cibi che mangiavano per finta e dei
commensali che innervosivano con le loro vocine malefiche, e,
talvolta, cimentandosi in mini escursioni. Ad esempio, a me capitava
di trovarli (a sorpresa) nella borsa mentre ero al lavoro o al cinema
con gli amici.
Nonostante
siano un poquito appiccicosetti e menosi (frase preferita di Bobo:
“consideratemi!”; frase preferita di Teddy: “u' sciucùlatu!”),
nel complesso sono abbastanza simpatici, incutono tenerezza
involontaria, e spesso, ai tempi, mi facevano morire dal ridere,
specialmente quando si esibivano in uno dei loro stupidi balletti...
E'
per questo che ho preso a cuore il loro caso.
Per
questo, e perché fanno pena.
Quando
il Ragno è cresciuto, infatti, non solo li ha dimenticati, ma li ha
pure separati (crudeltà!), collocandoli ignudi e più malpresi di
prima in due punti diversi della sua orrida gabbia per peluches!
Muovo,
dunque, un accorato appello a tutti i giocattoli affinché vengano in
loro soccorso e li strappino alle grinfie del mio ingrato fratellino.
E
magari restituiscano loro uno straccio di maglietta, perché nudi
fanno davvero impressione.
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