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sabato 6 aprile 2013

Righetto sta' a vince' trecento milioni, quattrocento, mezzo miliardo...


LO SCOPONE SCIENTIFICO
(1972)


Precursore della commedia nera, strappa risate e nel frattempo anche la pelle.

Feroce, drammatico, amaro. Ma divertente. Solo che è un divertimento che affonda le sue radici nella miseria e nel dolore. Lo avverti come una colica renale, ma non puoi staccartene: ti conquista, ti incolla allo schermo. Ti lacera.


Il tema principale è la lotta di classe genialmente rappresentata da una (molte) fatidica partita a carte (ma non solo)… Però senza la denuncia sociale che sovente vi si accompagna: in un modo o nell’altro, sotto molteplici punti di vista, sono tutti da commiserare, poveri e ricchi, e sono tutti colpevoli da biasimare, compresa la variegata e ben caratterizzata umanità dei borgatari, che partecipano alla vicenda con una funzione simile al coro greco.

Certo la perfida miliardaria più di tutti, ma anche se non puoi evitare di odiarla, come puoi non trovarla atrocemente simpatica?


Magistrali gli interpreti, Sordi e la Mangano, ma soprattutto lei, Bette Davis, dalla crudeltà sopraffina, dallo sguardo che incenerisce e dispregia… Satanica, beffarda, malvagia. Di una perfidia insinuante, che man mano la vicenda si dipana si spiega in tutto il suo rapace splendore.

C’è anche la parte di Domenico Modugno (sì, proprio il cantante) che veste i panni del baro ed ex amante della Mangano, Righetto. Adorabile il confronto – su più piani – tra lui e Sordi, il legittimo marito (bravo anche Cotten, schiavo morale della vecchiaccia-Davis, ma meno interessante)...



Trama avvincente, ritmo incalzante, sceneggiatura perfetta.

Magnifico quanto terribile il colpo di scena finale.

Intramontabile.

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