RACCONTINI
MALATI
di Otta Torielli
retroscena
buffosi (e non)
E
siccome siamo persone ordinate, procediamo con ordine:
La
copertina: La
foto è del mio Perfido Marito, che da sempre si diletta con gli
scatti artistici (mai a me, però!). Ha anche un sito su Pinterest,
se qualcuno volesse sbirciare… (Però, mio vomitino di fata, se
vuoi lo aggiungi tu il link perché io non sono capace!!!). Invero,
in origine, avevo provveduto a disegnarla io a mano, con soggetti
diversi e molti, ultra colorati, in dieci variant. Il mio malvagio
editore-marito, però, ha detto che non andava per niente bene perché
era sviante: pareva suggerire si trattasse di un libro per bambini…
Così bocciolla. E io rimasi così, come l'aratro in mezzo alla
maggese (Sì, sto parafrasando Giovanni Pascoli, che poveretto, non
credo ne sia proprio orgoglioso)...
L’Ascensore:
E' possibile leggerlo gratuitamente su Amazon. Sinceramente è uno
dei racconti che mi entusiasma meno, ma a tanti umani piace e io
ringrazio. Come in molti casi, l’ispirazione mi è giunta da un
sogno (e un po' dalla mia avversione non patologica per gli
ascensori)… La gente non si stupisce quando rivelo che soffro di
insonnia!
Terapia:
Altro incubo, ma decisamente peggiore e più ansiogeno del
precedente. Anche questo racconto si può leggere gratuitamente su
Amazon… Per quanto riguarda la bidella l’ho immaginata come un
incrocio tra Patti Smith e la proprietaria del mio bar preferito (che
è tuttora ignara).
Errore
di Sistema:
Di nuovo l'inizio di un sogno… Curiosamente, però, non l'ho
trovato spaventoso, solo surreale. Però al mattino ho dovuto
controllare “che fosse tutto a posto”.
Il
Garzone:
La panetteria è realmente esistente, i personaggi no…
Psicotecnica:
Mi
piace troppo la parola: per il suono, per il suo intrinseco potere
evocativo, per il mistero che racchiude... Mi fa pensare a cose
terrorizzanti e incomprensibili e tenebrose... Poi ne ho scoperto il
significato.
Quello
Scintillio negli Occhi: Genesi
sconosciuta: mi sono messa davanti al pc ed è venuto fuori. A volte
capita.
La
Realtà: Semplicemente
una riflessione su quell'episodio di cronaca dei ragazzi che
gettavano sassi dai cavalcavia...
Stupidi
Mostri: Il
mio racconto preferito (tra i miei). Buttato giù al buio durante un
viaggio in treno a Genova (lo scompartimento era senza luce e io sono
troppo pigra per spostarmi, una volta seduta, e poi il buio mi
piace). Il bambino sono io e un po' il Ragno, sebbene nessuno dei due
abbia sindromi. Per ora.
Scrupoli:
A fare la pendolare succedono strane cose...
Il
Coniglietto:
E’ ispirato a fatti realmente accaduti, ed anzi, non ho inventato
granché… Al posto delle due bimbe protagoniste c’eravamo io, mia
sorella Chiccachu e mio fratello Androide (il Ragno non era ancora
nato)… Davvero, uno dei traumi della mia infanzia (Androide e
Chiccachu, poveri cicci, ne hanno avuti di peggiori, essendo io la
sorella maggiore)!
Gelosia:
L'incipit è semi-autentico, la fine no (la katana, però, ce l'ho
davvero)… Il mio Perfido Marito a volte è geloso, ma in modo
bizzarro e dei soggetti più strampalati. Del resto le persone
normali non mi attraggono, mon amour lo sa. (Ma questo, Giesù!
Questo!) (Warning: “Giesù” non è – come qualcuno ha pensato –
un errore dovuto al fatto che ho saltato il catechismo e le
elementari: è una citazione da “Preacher”)
La
Fragilità del Punto di Vista:
Trattasi del soggetto per la sceneggiatura di un film, ma alla fine,
sob!, il progetto è naufragato e l’ho riadattato a raccontino…
Peccato! Ma non sono ancora morta! In futuro... chissà!
Sbarcare
il Lunario:
La scena d'apertura mi è stata suggerita da mio cugino (perfido
anche lui), che immaginava me nei panni della ragazza (soprattutto la
parte in cui sputazza, che carino!), mentre il protagonista (che poi
è la ragazza) è un mio inconsapevole amico...
C’è
pure un rimando a Stupidi Mostri. Non esplicito-esplicito, ma neanche
troppo velato: dovrebbe aiutare ad interpretare il racconto del
bambino secondo la mia volontà.
Metafora:
Io amo gli insetti! Specie i coleotteri! Specie i coleotteri
dinastini! Sono i più amorosi dell'Universo!
Incidenti
Domestici:
Di nuovo l’incipit è attinto dalla mia vita coniugale… A poco a
poco è degenerato.
La
Lotteria:
No, come ha notato qualcuno, nessun riferimento a Shirley Jackson
(che pure adoro)… Non so come mi sia venuta 'sta storiella: si è
scritta da sola!
Una
Piccola Cosa:
Ossia un tentativo di esprimere il mio disgusto verso i piccioni
('cchifo-blé degli 'cchifo-blé!), e di mettere al contempo in
guardia l'umanità da queste bestiole squallide e grame... In
principio aveva un finale diverso – che non ricordo benissimo –
ma il Perfido marito me lo aveva fatto cambiare... Ha fatto bene.
Inchiesta
sul Diluvio Universale:
Questo racconto non piace a nessuno, e tanti mi hanno invitato a
rimuoverlo (benché ci sia chi sostiene che si salvi con il colpo di
scena finale)… Troppo didascalico (a voler essere gentili). Lo so.
Ma essendo uno dei miei prediletti decido molto democraticamente che
è da ciucciare lo stesso. Gné gné.
Omaggio
a Neil Gaiman e ad Alan Moore.
E
a me . Chi ha letto “Il Demiurgo” sa perché.
Il
Koala sulla Schiena:
L’ho
scritto in estate, quando ho dovuto saltare le ferie (sarebbe
accaduto anche nelle due estati seguenti. Olé!). Ero un po’
istericuccia, in quel periodo… Nessun riferimento voluto a
Burroughs e al suo gustosissimo romanzo “la scimmia sulla schiena”
(benché nulla rispetto a “Il Pasto Nudo”, meno biografico e più
delirante...): all'epoca non l'avevo ancora letto.
La
Bambola Voodoo:
Ovvero il motivo per cui, benché mi diletti di esoterismo e altre
oscure amenità, non abbia mai praticato riti vari. E poi, certo,
perché sono buona.
No,
non è vero: ad essere sincera l'ispirazione è giunta grazie al
Ragno e a mio cugino, spesso alleati nel crimine: un bel giorno mi
hanno presentato un grosso pacco da scartare. Wow,
ho detto, un
regalo!
Per
me!
Che ignara! Bisogna temere i demoni, anche quando portano i doni!
Dentro c'era un biglietto: “Ti abbiamo fatto la fattura”.
Fattura???
Mu?
Sotto, sorridente e un po' timida, giaceva una bambolina Voodoo con
dei miei capelli avvolti intorno e tanti allegri spilli a
trafiggerla. C'è l'ho ancora: la tengo con i miei figli peluches.
Vendetta:
Altro incubo, altro regalo (poi il perfido marito si lamenta se
mentre dormo lo abbraccio con delle mosse da wrestler). La
disposizione delle stanze ricorda proprio quella di casa dei miei, e
il fratellino è ovviamente il Ragno. Mentre scrivevo temevo che il
cuore mi si spaccasse.
Fiabe,
Scommesse e Omicidi:
Scritto con il Ragno, per la scuola, quando era più picculo. Il
compito si intitolava: “Fare un'insalata di fiabe”... Credo di
averlo già precisato nei ringraziamenti, ma di norma non li legge
nessuno, e comunque stava bene anche qui.
Cattività:
Uno dei miei preferiti. L’ispirazione mi è venuta dalla lettura de
“Il libro dei Sauri”, in cui si spiega come allevarne uno a casa,
nel terrario. Erano talmente tanti i rischi di provocare
accidentalmente il decesso della bestiola che ho rinunciato. E poi al
perfido marito i rettilini amorosi non piacciono. Cattivo!
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