ULISSE
(James
Joyce)
Ogni
promessa è debito... Però, avvertenza: sono solo un'appassionata
lettrice, quindi quella che ivi spaccio è la mia personale opinione
e nulla più... E niente trama, notizie storiche e via così! Non mi
rompete; quelle sono dappertutto, e questo è un Post, non una Tesi
di Laurea!
Per
giunta, credo che per capire davvero questo capolavoro non sia
sufficiente leggerlo una volta sola perché è estremamente complesso
e ricco di piani interpretativi, e io, per ora, l'ho letto solo una:
regolatevi di conseguenza!
Mu,
se devo dare un consiglio: procacciatevi un'edizione con delle belle
note e apparati critici (io ho letto quella de “I Meridiani”
Mondadori, e mi è parsa ben fatta, ma ce l'avevo in casa, quindi non
ho effettuato confronti) e magari prima rileggetevi l'”Odissea”
(che meriterebbe di essere rispolverata almeno una volta ogni dieci
anni... Nella traduzione del Pindemonte, se possibile – come sono
petulante!!! lo so!!! - ), così è più facile cogliere i rimandi
(anche se a volte sono davvero ermetici e, a mio parere, a tratti,
persino un poquito forzatelli)... Non è essenziale, però, solo che
così è più bello.
Tra
parentesi, lo saprete tutti, ma lo ribadisco: Leopold Boom, il nostro
protagonista, è tutto al contrario del personaggio omerico: se
Ulisse è un eroe, Leopold è un antieroe, se la moglie di Ulisse,
Penelope, è famosa per la sua fedeltà, Leopold è cornuto e
mazziato... E via dicendo. Non aspettatevi Fantozzi, ma all'inizio
un po' di pena potrebbe farvela... Poi... Poi vedrete.
Che
dire? Da dove cominciare?
A
me l'Ulisse è piaciuto molto, e nonostante tutto pensavo fosse
un'opera assai più difficile, meno godibile. E difficile la è,
intendiamoci, ma ci sono anche momenti divertenti, o emozionanti, e,
sì, ce n'è pure qualcuno piccantino...
L'importante
è non pretendere di cogliere tutto subito, e credo sia questo lo
spirito con cui si deve affrontare l'opera... o si impazzisce! Perché
leggere l'Ulisse è come stringere in mano la sabbia: la maggior
parte dei granelli scivola via!
Certamente
più impegnativo di un libro qualunque, però restituisce tutto
quello che chiede moltiplicato, quindi vale la pena portare un po' di
pazienza.
La
vicenda è unica, suddivisa in capitoli, ma sono totalmente diversi
fra loro, a livello di stile, ma anche per qualità artistica.
Io
ho adorato il poeticissimo brano dedicato a Nausicaa e lo stupendo e
ammaliante monologo finale di Molly Bloom... Se uno volesse, penso
che non avrebbe difficoltà di comprensione limitandosi solo a
leggere quelli, così, tanto per incentivarsi e trovare la brama di
dedicarsi al resto...
Altri
capitoli, invece, sono più manieristici che belli: si apprezza la
trovata stilistica (ad esempio per le Simplegadi), ma Joyce non
arriva a toccarci nell'animo... Si limita ad informarci, a
raccontarci, ad affascinarci.
Altri
passaggi ancora, invece, come quello dedicato a Circe – in stile
copione teatrale –, sono estremamente avvincenti, sebbene talvolta
sfocino nel delirio surreale o nell'allucinazione (ma io lo considero
un pregio), peraltro pregni di allusioni e riferimenti.
Non
si va subito al centro dell'azione, ci sono dialoghi e descrizioni,
spesso si procede con lentezza, con digressioni, pause... In certi
punti ho dovuto ricominciare da capo o tornare indietro di qualche
pagina a controllare perché mi sembrava che mi sfuggisse qualcosa,
o mi pareva di non capire.
Con
tutto che l'atmosfera è stupenda e quella ti seduce subito... Ad
ogni modo, anche se non te ne sei reso conto e magari sei ancora
un po' perplesso, probabilmente dopo i primi capitoli sei
irrimediabilmente conquistato e non puoi più fermarti... Non tanto
perché vuoi sapere che succede, quanto piuttosto perché vuoi
continuare ad essere cullato da Joyce, anche se lo stile cambia di
continuo e in modo brusco e repentino...
Perché
l'Ulisse mi è piaciuto?
Per
quanto è variegato a livello stilistico, per la profondità dei
personaggi (Leopold Bloom sopra tutti – specie se si confronta con
Stephen Dedalus, di cui è il contraltare – ma anche Molly mi ha
affascinato parecchio), perché mi fa riflettere e discendere nel
profondo di me stessa, e perché (questo proprio non me lo aspettavo)
mi ha fatto sognare... Joyce ti prende per mano e ti porta così in
fondo alla tua anima che, davvero, perdi coscienza di ciò che è e
ciò che non è, e tutto nella tua mente si confonde e prende altre
direzioni, tanto che spesso devi interrompere la lettura per
soffermarti su tutte quelle cose che si muovono dentro di te, e che
tu prima neanche percepivi...
Stupendo
lo stratagemma del Flusso di coscienza, che ogni tanto fa capolino,
con le frasi interrotte e la punteggiatura bislacca o inesistente,
che ti portano a cogliere l'attimo nella sua vividezza...
C'è
chi dice che l'Ulisse sia solo stile, e che sia un mattone
sopravvalutato. Falso. Ma certamente non è un'opera immediata: non
ti colpisce con frasi ad effetto ed emozioni facili, costruite ad hoc
e riciclate nell'ennesima confezione patinata, uguale a tutte le
altre.
No,
Joyce ti sfiora la pelle, ti accarezza il collo... Ti fa aspettare e
ti tiene in bilico... Ti fa cadere, poi ti riprende, e ti seduce, ma
lentamente... Piano, piano... E quando te ne accorgi sei perdutamente
innamorato.
Ti
dà tanto, ma pretende che qualcosa ce lo metta anche tu. Devi
fidarti di lui, e andare avanti un po', addentrarti nella vicenda.
Almeno un centinaio di pagine, oserei buttare lì. Poi il difficile
sarà staccarsi. Anche dopo che l'avrai finito, perché resterà per
sempre parte di te.
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