THE
WALKING DEAD
Quando
si pensava che sugli zombi non ci fosse più niente da dire, è
arrivato Kirkman e ci ha detto tutto. Solo che non ha ancora
finito...
Il
fumetto (in Italia siamo al volume n.
15 e la serie è ancora in corso)
è davvero notevole.
Partenza
classica, che riecheggia un po' “28 giorni dopo”, un po'
“Resident Evil 2”, ma che si sviluppa magnificamente, Si incentra
sulla trama, a base di sangue e violenza, desolazione e morte, ma
anche sui personaggi: intensi, vivi, straordinariamente umani, che
cercano, a dispetto di tutto, di rimanere tali, lottando per la
sopravvivenza, ma anche per rimanere fedeli a sé stessi, con dei
principi e dei valori. Senza retorica, senza polpettoni
paternalistici, mostrando più che descrivendo.
Gli
zombi sono pericolosi, bramosi, affamati, ma prima erano persone e
questo spesso ci viene ricordato, toccando corde diverse.
Le
possibili reazioni alla catastrofe vengono analizzate
dettagliatamente, come mai è stato fatto prima: ciò che ci viene
proposto è un vastissimo campionario di situazioni, intrecci,
possibilità.
I
personaggi (che crescono, muoiono, scappano, e a volte ritornano, e a
volte vengono sostituiti) si rinnovano continuamente e così le
relazioni fra loro (si passa dall'amore all'odio, dall'amicizia
all'amore, dalla diffidenza al rispetto), i contesti, i topoi,
combinandosi senza tregua in varietà infinite, ma affascinanti. Mai
noiose.
Tra
i protagonisti, i miei preferiti sono: Michonne, Tyreese, e Carl. Ma
non aggiungo altro per non spoilerare.
L'azione
è rapida, velocissima, incalzante, con continui colpi di scena e
ribaltamenti.
Una
saga appassionante!
Preciso,
però, che la graphic novel è diversa dalla serie televisiva.
Il
telefilm è edulcorato, patinato, lento sino all'esasperazione, fatto
di silenzi e di attese, di sospiri e di parole, discorsi,
elucubrazioni, intessuto di cliché, scene prevedibili e luoghi
comuni (la seconda serie, in particolare, è una vera flebo). Anche
la trama è diversa: la traccia narrativa coincide, ma i personaggi e
i loro destini non sempre. Anzi, più si va avanti, più il divario
si ampia.
Neanche
i romanzi sono granché: didascalici, noiosetti, uguali a sé stessi,
con qualche sorpresa, ma di impatto non sufficiente per riscattare
l'opera. Scrittura funzionale, dal taglio cinematografico, ma priva
di pregi, salvo la celerità narrativa. Scialbi. Prevedibili.
Solo
per nerds (che potranno apprezzare qualche ammiccamento).
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